F1, Morosini in pista: a Interlagos la Mercedes vince anche il Mondiale costruttori, show Verstappen, Ferrari scialba

C’era forse da dubitarne? La Mercedes conquista anche il titolo mondiale costruttori e Hamilton, grazie a un regalo di Ocon, vince il Gp del Brasile a Interlagos. L’analisi di Nestore Morosini.
F1 Formula 1 Mercedes Lewis Hamilton
F1 Formula 1 Mercedes Lewis Hamilton

C’era forse da dubitarne? La Mercedes conquista anche il titolo mondiale costruttori e Hamilton, grazie a un regalo di Ocon, vince il Gp del Brasile a Interlagos. Una gara come tante altre di questa formula 1, al limite del soporifero se non fosse stato per la verve di Max Verstappen in pista e fuori pista. Con una serie di sorpassi micidiali Verstappen ha fatto subito fuori le Ferrari di Raikkonen e Vettel, poi la Mercedes di Bottas, si era installato comodamente in testa alla gara al 40esimo giro con l’ennesimo ,spettacolare sorpasso a Lewis Hamilton. Verstappen avrebbe comodamente vinto se Esteban Ocon non avesse deciso di ingaggiare con l’olandese, ben più veloce di lui, un duello in fase di doppiaggio. Una speronata costava a Max un testa coda, il danneggiamento del fondo della monoposto, il comando della gara e la vittoria del gran premio andata ad Hamilton nonostante il furioso quanto inutile (per via della monoposto danneggiata) arrembante finale.


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Frizzante il dopo gara. “Ho perso il gran premio per colpa di un idiota”, ha sparato secco Max Verstappen dimenticando, sicuramente, quanti fino ad allora, avevano perso un gran premio per colpa sua. Così arrivato alla bilancia ha cercato di dare, secondo la versione di Ocon, un cazzotto all’avversario secondo i buoni esempi e gli insegnamenti di suo padre Jos. Convocato dai commissari, Max è stato condannato a due giorni di lavori socialmente utili.

La Ferrari, nonostante una tattica di gara diversa da tutti gli avversari, mi è parsa una squadra quasi in disarmo. Ha cercato l’ultimo disperato assalto al mondiale costruttori , ma dopo pochi giri si era capita l’impossibilità assoluta dell’impresa. E allora solo Raikkonen ha fatto di tutto per meritare il podio, superando Vettel con un problema a un sensore, e poi mantenendo la terza posizione fino al traguardo. Capisco a questo punto perché Maurizio Arrivabene, nel mese di agosto, aveva detto e fatto di tutto per tenerlo in squadra. Chi lo conosce sa che Kimi è un pilota in grado di dialogare con i tecnici sui problemi e sulle necessità di una monoposto come Vettel, invece, sembra non saper fare. In questo trovo indizi sul fatto che, a Monza, non fossero state date indicazioni sulla tattica di gara da tenere.

Ma era necessario che la Scuderia si rinnovasse e assumesse un pilota giovane come Charles Leclerc; non era necessario, forse, sottoscrivere un contratto triennale con Vettel che, nel corso di questa stagione, ha commesso errori tali da mandare in fumo la grande possibilità di vincere il campionato. Sebastian Vettel ha vinto quattro titoli mondiali con una monoposto-aeroplano imbattibile ma una volta arrivato alla Ferrari, ormai lo si può dire quasi con certezza, perde serenità quand’è sotto pressione e quando il piatto su cui mangiare diventa consistente ma lui non è l’unico commensale invitato al desco, come lo era ai tempi della Red Bull. E, magari, adesso oltre a quelli della pista ha anche problemi personali da risolvere.

Come ho già detto tempo fa, io avrei cambiato entrambi i piloti, ingaggiando Daniel Ricciardo con Leclerc, 29 anni il primo e 21 il secondo un mix di talento, gioventù e maturità. La Ferrari ha deciso diversamente e fra i tanti problemi di Maurizio Arrivabene, prima di affrontare convenientemente l’ultima gara stagionale ad Abu Dhabi fra due domeniche, c’è anche quello di Mattia Binotto che la Mercedes vorrebbe portare al suo reparto tecnico insieme all’altro ex ferrarista, Aldo Costa.