Monza, arriva il (primo) piano della viabilità: «Pronto entro due anni»

Monza intende completare il Piano urbano della mobilità sostenibile entro due anni. Il primo piano del traffico nella storia della città e primo in Italia a essere sviluppato utilizzando la versione più aggiornata delle linee guida europee di Eltis - European local transport information service.
Monza Traffico quartiere Cazzaniga
Monza Traffico quartiere Cazzaniga Fabrizio Radaelli

L’obiettivo è ambizioso, soprattutto dati i trascorsi di Monza: completare il Piano urbano della mobilità sostenibile entro due anni. L’amministrazione comunale l’ha annunciato pubblicamente – attraverso la voce della sua società pubblica Monza Mobilità – durante il seminario formativo sull’incidentalità stradale organizzato all’inizio di aprile negli spazi del Binario 7: materiali e relazioni sono disponibili online sul sito dell’ente da martedì mattina.

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L’ha anticipato aggiungendo anche qualcos’altro: il Pums di Monza sarà il primo in Italia a essere sviluppato utilizzando la versione più aggiornata delle linee guida europee di Eltis – European local transport information service, piattaforma che si occupa dello scambio di informazioni sulle migliori pratiche nel campo della mobilità urbana, cresciuta negli anni fino a diventare un vero e proprio osservatorio di settore. Le nuove direttive saranno presentate ufficialmente durante la sesta conferenza europea dedicata proprio a questi temi, in calendario il 17 e il 18 giugno prossimi a Groningen, nei Paesi Bassi.

«Il gruppo di lavoro – si legge nell’intervento a cura di Thomas Valentini, direttore generale di Monza Mobilità, la società pubblica che in città si occupa dei servizi di mobilità urbana e di gestione dei parcheggi – avrà al suo interno funzionari e tecnici dell’amministrazione comunale e collaborerà con tutti gli stakeholder interessati»: cittadini, altre pubbliche amministrazioni, enti e associazioni, gestori di infrastrutture e servizi.

E questo perché il Pums, da definizione, è il piano strategico che «si propone di soddisfare la variegata domanda di mobilità delle persone e delle imprese nelle aree urbane e peri-urbane, per migliorare la qualità della vita nella città – ha precisato ancora Valentini – Coordina gli strumenti di piano esistenti e segue principi di integrazione, partecipazione, monitoraggio e valutazione».

La prima attività necessaria all’elaborazione del piano, quella di monitoraggio e di raccolta dati, prenderà il via con ogni probabilità dal prossimo settembre. Il gruppo di lavoro si sta formando in queste settimane: chiamati a partecipare tecnici di diversi settori dell’amministrazione – mobilità, ambiente, urbanistica, sociale.

Ma non solo: perché Monza Mobilità nei mesi scorsi ha pubblicato un bando di selezione finalizzato alla “copertura di due posti a tempo determinato per un anno come ingegnere civile / pianificatore territoriale / esperto in pianificazione dei trasporti”. I professionisti individuati, che lavoreranno anche all’elaborazione del Pums, entreranno in servizio entro la prima decade di maggio. È ancora presto, adesso, per anticipare le linee che guideranno la stesura del Pums monzese: «Di sicuro, però – ha concluso Valentini – gli interventi, calibrati sulle esigenze del persone, metteranno al centro la ciclabilità e la mobilità sostenibile. Si lavorerà anche per migliorare la sicurezza stradale, adottando un approccio in linea con la “vision zero”», che intende portare a zero, appunto, il numero di morti e di feriti a causa di incidenti stradali.

Per questo i dati sull’incidentalità stradale saranno considerati di fondamentale importanza per la definizione del piano, che prevede anche interventi sulle infrastrutture, come l’illuminazione pubblica e gli ostacoli fissi.

L’ultimo studio aggiornato (nel 2009) definiva anche la composizione del traffico lungo le radiali di accesso al centro storico: dieci anni fa l’82,7% del traffico era rappresentato dalle auto, percentuale che sale al 91% se si escludono dal totale veicoli le moto e le bici. “I veicoli commerciali leggeri incidono per il 5,5%, i veicoli commerciali pesanti meno dell’1,0%, i mezzi di trasporto pubblico per l’1,7% e gli altri veicoli per lo 0,8%”. Poi le moto ( 5,3%) e le bici (3,7%).

E ancora: “Sul totale delle radiali interne al centro vi è un maggior utilizzo dei veicoli a due ruote. Si ha quindi che il 76,4% sono auto (quasi il 90% se si escludono le moto e le bici), il 4,9% sono commerciali leggeri, lo 0,5% sono commerciali pesanti, il 2,4% sono mezzi del trasporto pubblico, l’1,1% sono altri veicoli, il 5,8% sono moto e il 8,9% sono bici”.