Sciopero alla Hennecke – Oms di Verano Brianza contro gli otto esuberi

Sciopero di 2 ore, nella mattinata di venerdì 4 ottobre, davanti ai cancelli della Hennecke – Oms di Verano Brianza: una novantina di dipendenti ha protestato contro la decisione dei vertici dell’azienda di lasciare a casa 8 colleghi e di non rinnovare il contratto in scadenza a un’altra persona.
Il presidio dei dipendenti fuori dai cancelli della Hennecke – Oms di Verano Brianza
Il presidio dei dipendenti fuori dai cancelli della Hennecke – Oms di Verano Brianza

Una novantina di scioperanti per dire “no” al taglio di 8 dipendenti (più una a cui non verrà rinnovato il contratto in scadenza) presso la sede di Verano Brianza della Hennecke – Oms di Verano Brianza. Venerdì 4 ottobre mattina, le sigle sindacali hanno indetto uno sciopero di 2 ore (dalle 8 alle 10) fuori dai cancelli di via Pascoli, reagendo così all’apertura della procedura di licenziamento collettivo avviata martedì 1 ottobre dalla proprietà. «Chiediamo che gli esuberi vengano ricollocati» dicono i presenti. «L’azienda, che nella sede veranese conta circa 160 dipendenti, ha aperto la procedura per rispondere alla volontà di una riorganizzazione interna, che identifichi la sede di Verano come specializzata nella realizzazione di impianti di laminazione, e quella tedesca focalizzata su altri tipi di produzione – spiegano Mauro Castelli della Fiom Cgil e Gianni Omar Beretti della Fim Cisl -. Ma l’azienda non va male, il fatturato previsto a chiusura del 2019 è di 32 milioni di euro, attestandosi sui migliori livelli degli ultimi anni».

Eppure il taglio sui dipendenti, «molti in azienda da tanti anni, alcuni addirittura da 30 anni», prevede la chiusura del reparto “attrezzeria” (sarebbero licenziati 7 uomini) e una riorganizzazione del reparto commerciale, che costerebbe il posto a 2 donne: una centralinista e un’impiegata con contratto a termine. «Abbiamo i tempi contingentati – spiegano i sindacalisti -. La procedura, trattandosi di un numero di esuberi inferiore a 10, durerà 38 giorni». Ovvero le lettere di licenziamento potrebbero arrivare entro i primi 10 giorni di novembre. «Puntiamo assolutamente a risolvere la situazione senza esuberi» affermano le sigle sindacali, che hanno chiesto all’azienda un incontro per il prossimo 11 ottobre. «Sono contentissimo della elevata partecipazione dei colleghi a questo sciopero – dice Simone Mazzola, rsu della Fim -. Significa che il messaggio è stato recepito: che la solidarietà viene prima di tutto. Ora speriamo che l’azienda non vada avanti».