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Risparmi, il caso dei buoni postali prescritti: primi pronunciamenti a favore dei consumatori

Anche in Brianza il caso di investimenti postali che non si possono riscuotere perché prescritti: ma arrivano i primi pronunciamenti favorevoli per i consumatori.
Poste Itsaliane
Poste Itsaliane

Pensano che siano normali buoni postali, di quelli che solitamente durano 20 o 30 anni, investimenti che le famiglie fanno per lasciare qualcosa a figli e nipoti. Invece quando chiedono informazioni si sentono dire che sono prescritti e che non possono rivedere i loro soldi. La storia di questi buoni fruttiferi postali non è nuova, le prime segnalazioni sono già dell’anno scorso, relativi a operazioni che avevano scadenze tra i 18 mesi e i 7 anni. C’è però una notizia che può dare speranza a tanti risparmiatori che hanno visto evaporare così una parte consistente dei loro risparmi.
L’Arbitrato Bancario Finanziario (ABF) di Milano, infatti, ha dato ragione a un investitore che inizialmente si era visto negato il pagamento da parte di Poste italiane, ma poi, assistito dalla struttura legale di Federconsumatori, ha ottenuto il riconoscimento delle proprie ragioni. E, cosa ancora più importante, la disponibilità delle Poste a rispettare il pronunciamento del collegio chiamato a fare da arbitro tra le parti.

Una decisione che potrebbe fare scuola anche per i risparmiatori brianzoli, due dei quali, sempre attraverso l’associazione dei consumatori legata alla Cgil, sono pronti a seguire la stessa strada per riavere i loro soldi. Non si tratta di una sentenza come quella di un Tribunale ma di un verdetto non giudiziale che comunque potrebbe essere fatto valere davanti ai magistrati nel caso in cui per dirimere la questione ci fosse bisogno di una causa vera e propria.

Il caso, d’altra parte, riguarda una platea non trascurabile di risparmiatori che si sono rivolti agli sportelli di Federconsumatori lamentando lo stesso problema: hanno sottoscritto buoni postali che credevano di lunga scadenza, scoprendo in seguito, una volta presentatisi per il rimborso, che erano di brevissima durata e quindi non più riscuotibili.

La struttura di Monza da mesi sta assistendo i cittadini con Buoni Fruttiferi in Euro emessi dopo l’anno 2000. Due di loro, di Monza e Vimercate, sarebbero in predicato di chiedere un pronunciamento degli Arbitri di Milano anche per la loro vicenda. Nel primo caso si tratta di una somma di 10mila euro.
“I diritti devono essere rispettati – spiega Alessandro Cherubin, presidente di Federconsumatori Monza Brianza- il nostro obiettivo è garantire questo rispetto in tutte le sedi. Poste Italiane doveva informare i cittadini e non averlo fatto è fonte di responsabilità contrattuale. Accogliamo con favore questa nuova decisione dell’Arbitrato che segna un punto in più per i Consumatori, che avevano visto andare in fumo i propri risparmi”.

“In Lombardia abbiamo già avuto tre provvedimenti positivi – spiega l’avvocato Maria Rosaria Brancaccio, presidente della Consulta regionale di Federconsumatori- uno a novembre, uno a febbraio e un altro di cui aspettiamo la pubblicazione. È stata accolta una tesi molto importante: sui buoni non è stata la data di scadenza né al momento dell’acquisto né in seguito quando erano ancora in corso di validità. Questa pronuncia riguarda i doveri di trasparenza e di informazione dell’intermediario, in questo caso le Poste. Il buono è prescritto ma in ogni caso c’era l’obbligo di informazione che dà diritto al risarcimento del danno”.

Le cifre in questione solitamente sono nell’ordine dei 5-10mila euro. Della vicenda si é occupato il collegio arbitrale di Milano presieduto da Flavio Lapertosa, ex giudice del Tribunale civile di Monza. Del collegio fanno parte un rappresentante della Banca d’Italia, uno degli intermediari (la Posta, le banche) e uno che rappresenta i risparmiatori. L’obiettivo di Federconsumatori è di attivare un tavolo con le Poste per trovare un accordo generalizzato. Nel frattempo si segue ancora la strada dell’Arbitrato. Info: federconsumatorimb@federconsumatori.monzabrianza.it