Ricerca Liuc, indice di competitività: Monza prima dei secondi. Dopo Milano le sue imprese sono quelle messe meglio per tecnologia e innovazione

Nella classifica delle province lombarde, infatti, Monza è al secondo posto dopo Milano quanto a indice di competitività prospettica (80,1 nella scala stabilita dall’università di Castellanza contro 95,7 di Milano) che misura l’adeguatezza della forza lavoro rispetto all’evoluzione tecnologica.
Nuove tecnologie, Monza è seconda in Lombardia
Nuove tecnologie, Monza è seconda in Lombardia

La Brianza guarda a futuro e scopre di essere in pole position quanto a indice di competitività. Lo dice l’analisi condotta dal Centro sullo Sviluppo dei Territori e dei Settori della LIUC Business School con il supporto di UBI Banca del Gruppo Intesa Sanpaolo, intitolata “Tecnologie, automazione e prospettive di sviluppo del tessuto economico-industriale lombardo” .

Nella classifica delle province lombarde, infatti, Monza è a secondo posto dopo Milano quanto a indice di competitività prospettica (80,1 nella scala stabilita dall’università di Castellanza contro 95,7 di Milano) che misura l’adeguatezza della forza lavoro rispetto all’evoluzione tecnologica.

La ricerca ha cercato di spiegare l’impatto delle nuove tecnologie sulle filiere produttive internazionali, il ruolo di innovazione e digitalizzazione nel ridisegnare i paradigmi organizzativi e competitivi che caratterizzeranno il cosiddetto“new normal” e le caratteristiche che un territorio deve possedere per aiutare il proprio sistema produttivo a tenere il passo del progresso tecnologico e a rimanere competitivo.

La pandemia ha accelerato la quarta rivoluzione industriale e la Liuc ha voluto sondare quanto le province lombarde siano dotate degli strumenti necessari ad affrontare le sfide del futuro Monza è messa bene anche per quanto riguarda altri due importanti indici. In relazione all’adeguatezza della forza lavoro e alla specializzazione nei settori ad alta produttività, vanta un eloquente 83,7, che la mette sul podio regionale dal punto di vista della capacità di assorbimento del mercato del lavoro.

C’è poi un terzo parametro, l’indice Technological Readiness, che concerne la specializzazione dei settori innovativi e la digitalizzazione anche nella pubblica amministrazione: qui, con 80,1 viene dopo Milano ed è praticamente a pari merito con Bergamo

“Viviamo in un’epoca caratterizzata dal cambiamento e dall’incertezza. Il combinato disposto di emergenza sanitaria e trasformazione tecnologica ha amplificato e accelerato un processo di riconfigurazione della struttura e dell’organizzazione delle catene globali del valore già in atto e destinato ad avere un forte impatto sulle traiettorie di sviluppo economico dei nostri territori – spiega Massimiliano Serati, Direttore della Divisione Ricerca Applicata e Advisory della LIUC Business School – Stiamo vivendo una fase di metamorfosi del fenomeno della globalizzazione, i cui tratti distintivi saranno il ritorno a una regionalizzazione delle filiere produttive e il rimodellamento delle reti di distribuzione commerciale,guidato dal cambiamento dei paradigmi di consumo”.

Siamo in un momento imprtante, di passaggio, di fronte al quale le imprese non possono essere lasciate sole, anzi, occorre sviluppare adeguate sinergie tra territorio e sistema produttivo perché quest’ultimo riesca a evolvere.

“La parola chiave è networking: non si può più ragionare per silos o compartimenti stagni ma è fondamentale adottare un’ottica di sistema accompagnata da una visione di lungo termine – continua il professor Serati -Strategicamente, bisogna porsi l’obiettivo di intercettare le driving forces della competizione futura e attivare le sinergie territorio-impresa necessarie per innescare i meccanismi adatti a rendere l’ecosistema produttivo all’altezza delle nuove sfide.”

“La nuova sfida competitiva si gioca su 3 fattori chiave: dotazione tecnologica, digitalizzazione, accessibilità. Per poter essere innovative, le imprese devono sviluppare tecnologie e processi all’avanguardia, devono sfruttare i nuovi canali digitali per la promozione e la commercializzazione dei propri beni o servizi e devono riuscire a raggiungere i propri mercati di sbocco in tempi rapidi e a costi contenuti – spiega Andrea Venegoni, Direttore del Centro sullo Sviluppo dei Territori e dei Settori della LIUC Business School – In particolare la “technological readiness” di un territorio, ossia la predisposizione a favorire lo sviluppo e l’adozione di nuove tecnologie, e la sua capacità di formare e attrarre figure professionali adatte a favorire e guidare la complessità del percorso di innovazione, rappresentano i driver fondamentali nel determinare le prospettive di sviluppo produttivo ed economico del territorio.”

La ricerca è stata condotta grazie al database di oltre 100 indicatori socio-economici misurati a livello comunale che ha rivelato come l’ecosistema regionale si confermi un’eccellenza, con la provincia di Milano sempre locomotiva dello sviluppo, ma con performance ragguardevoli delle province di Varese, Monza-Brianza e Bergamo, in particolare sotto il profilo della dotazione di professionalità di alta fascia, grazie anche alla forte presenza in questi territori di istituzioni universitarie ed enti di ricerca di eccellenza.

“Monza è sempre la prima dei secondi -chiosa Venegoni- qui ci sono dinamiche capaci di produrre e attrarre talenti di alto livello, in grado di gestire la transizione tecnologica”.