Per lo Stato ogni italiano vale 39 euro, i brianzoli soltanto la metà

Secondo il Sose, la società del ministero dell’Economia e della Banca d’Italia, i brianzoli hanno diritto a 19,5 euro a testa in servizi. Gli italiani, in media, a 39,7. Eppure la provincia è la seconda contribuente d’Italia. Una delegazione brianzola a Roma per chiedere la revisione dei parametri.
Il vicepresidente della provincia di monza e Brianza, Roberto Invernizzi
Il vicepresidente della provincia di monza e Brianza, Roberto Invernizzi Fabrizio Radaelli

Molto sinteticamente: i brianzoli sono i secondo contribuenti d’Italia. Ma mentre ogni italiano si vedrà restituire servizi provinciali per quasi 40 euro, i brianzoli appena la metà. Brutalmente: i brianzoli valgono la metà degli italiani, secondo il governo, o meglio secondo il Sose, la società incaricata di ripartire le risorse alle province dopo la loro trasformazione in enti di area vasta. È di questo che andrà a chiedere conto nella giornata di venerdì 22 maggio una delegazione della Brianza con il vicepresidente Roberto Invernizzi e i consiglieri Domenico Guerriero e Pietro Virtuani, in occasione dell’Assemblea straordinaria dell’Unione Province Italiane convocata a Roma.

Sul tavolo, ma non è una novità, i conti da default in cui si sono costrette le province italiane, «in particolare, la gravissima situazione dei servizi ai cittadini, sempre più a rischio a causa del prelievo di 1 miliardo di euro dalla casse provinciali nel 2015: un’operazione che impedirà l’approvazione dei bilanci di previsione 2015 e manderà in dissesto gran parte» degli enti, scrive la stessa provincia monzese. Sullo sfondo i criteri utilizzati dal Sose, la società Soluzioni per il Sistema Economico Spacostituita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dalla Banca d’Italia per ripartire i fondi. Che – dicono a Monza- non ha tenuto conto come avrebbe dovuto della popolazione, 860mila brianzoli. «Così, la spesa “efficientata” proposta dalla società prevede per MB la cifra più bassa d’Italia, 19,53 euro per abitante, in rapporto a una media nazionale pari al doppio (39,71 euro) e a una media lombarda attestata sui 32,62 euro». Insomma: i brianzoli hanno diritto a 19 euro di servizi mentre gli italiani, in media, quasi 40.

«Qui non si tratta di difendere lo status-quo, né di opporci a un cambiamento sicuramente necessario nell’ottica della semplificazione istituzionale – dice il presidente Gigi Ponti – Ciò che chiediamo legittimamente, in una fase di profonda trasformazione dell’Ente, è che vengano applicati criteri equi su base nazionale, perchè i cittadini della Brianza che pagano le tasse non si meritano servizi sotto la soglia».

E ancora: «Calcolando il rapporto tra i tagli cumulati e la capacità fiscale standard del territorio si evince come per la Provincia MB tale taglio pesa circa il 70%, ponendo la Brianza al secondo posto a livello nazionale rispetto alla capacità fiscale accertata dal Sose. Un valore insostenibile, molto lontano dalla pur severa media nazionale del 43,8% e dalla media delle Province lombarde, attestate attorno al 54%».