Nuova inchiesta per Mercatone Uno: dissesto causato dall’accordo tra commissari, Shernon e gli americani di Gordon Brothers

La Procura di Milano, dopo aver accusato gli amministratori di Shernon per altri reati, ha allargato il tiro: perquisizioni e acquisizione di atti al Mise. Mercatone Uno aveva un punto di vendita anche a Cesano Maderno, dava lavoro a 52 persone. L’associazione Fornitori Mercatone Uno (che rappresenta anche aziende brianzole): «Sempre avanzato dubbi sui comportamenti dei vari organi della procedura»
L’ex punto vendita di Cesano, ora è stato rilevato da Max Factory
L’ex punto vendita di Cesano, ora è stato rilevato da Max Factory

Il dissesto di quello che rimaneva di Mercatone Uno dovuto all’operazione conclusa tra l’amministrazione straordinaria, Shernon Holding e gli americani di Gordon Brothers. È questa l’indagine sulla quale sta lavorando la Procura di Milano che dopo aver indagato in un primo momento solo sugli amministratori della Shernon , accusando Valdero Rigoni, Michael Thalmann e Valentina Rigoni, ha allargato il tiro prendendo di mira i commissari nominati dal Mise.

Un’operazione trilaterale che ha funzionato un po’ da triangolo delle Bermude per Mercatone Uno (gestito da Shernon, società maltese con sede a Milano Shernon), che ci è finito dentro schiacciato dal peso di un buco che era diventato, in seguito a questa inopinata iniziativa, di oltre 91 milioni di euro. La Procura di Milano, il procuratore aggiunto Riccardo Targetti e il pm Roberto Fontana (già conosciuto a Monza dove ha prestato servizio come giudice fallimentare), hanno disposto nei giorni scorsi perquisizioni a carico di Ermanno Sgaravato (uno dei primi commissari, gli altri sono Stefano Cohen e Vincenzo Tassinari, rilevati poi da altri tre professionisti dopo il fallimento Shernon) e un’acquisizione di atti al Ministero dello Sviluppo economico.

In pratica sarebbe stato raggiunto un accordo rivelatosi in realtà a esclusivo vantaggio della Gordon Brothers, procurando un passivo, appunto, di 91 milioni, dei quali 67 verso fornitori, 11 per Erario ed Enti Previdenziali, 5 nei confronti di banche e altrettanto nei confronti dei lavoratori. L’attivo, in tutto questo, era solo poco meno di 9 milioni e mezzo.

Shernon Holding gestiva 55 punti vendita di Mercatone Uno, tra i quali quello di Cesano Maderno, che dava lavoro a 52 persone,ma nel maggio 2019 è stata dichiarata fallita. Ora i pm ipotizzano il reato di “causazione di dissesto attraverso operazioni dolose”, perchè la società avrebbe chiuso i battenti proprio in seguito a queste attività speculative.

Sull’iniziativa di Procura e Guardia di Finanza ha fatto sentire la sua voce William Beozzo, a capo dell’associazione Fornitori Mercatone Uno, che rappresenta anche aziende brianzole danneggiate dal fallimento: «Le ipotesi di reato emerse non rappresentano di certo una notizia per noi fornitori dell’Amministrazione straordinaria di Mercatone Uno, che negli ultimi anni abbiamo sempre avanzato dubbi sui comportamenti dei vari organi della procedura collaborando attivamente con la Procura di Milano e per questo oggi la ringraziamo esprimendo totale fiducia nel suo operato. Dopo essere stati protagonisti attivi nel fare luce su questa vicenda con un lavoro di indagine partito alcuni anni fa da Malta, dove è emersa una società fantasma che controllava al 100% la milanese Shernon – continua Beozzo – desidero oggi ringraziare per il grande lavoro svolto tutti coloro che si sono riuniti in questa Associazione, oltre che il curatore Marco Russo, il Pm Roberto Fontana, il suo aggiunto Riccardo Targetti e il giudice delegato Sergio Rossetti».