Monza, nuova lettera dei lavoratori ai vertici Adac. Il 9 settembre azienda chiamata davanti al giudice del lavoro

La sede monzese dell’Automobile club tedesco rischia il taglio di 20 posti di lavoro. I rappresentanti sindacali e la Filcams riscrivono al Prãsidium. Contestata la sostituzione dei lavoratori in sciopero tra fine luglio e i primi giorni di agosto: per questo è stato presentato un ricorso al Tribunale di Monza
Il presidio di giugno dei lavoratori della sede Adac di via Borgazzi a Monza
Il presidio di giugno dei lavoratori della sede Adac di via Borgazzi a Monza

Il Comitato Aziendale Europeo contrario alla delocalizzazione dei servizi in Spagna e Grecia che porterà a 20 tagli nella sede di Monza. Uno sciopero al quale ha aderito tutto il personale, bypassato dirottando all’estero le chiamate, sostituendo di fatto i lavoratori che avevano incrociato le braccia. Ma anche un piano di riorganizzazione la cui responsabilità ricade sulla casa madre in Germania.

Sono i tre punti affrontati dai rappresentanti sindacali di Adac e dal responsabile della Filcams Cgil Monza Brianza Matteo Moretti nell’ennesima lettera spedita al Präsidium dell’azienda contro il progetto di ridistribuzione di alcuni compiti a sedi straniere. Gli uffici brianzoli si sono visti sfilare alcune funzioni relative all’assistenza ai soci dell’Automobile club tedesco che viaggiano in Italia e continuano la loro battaglia per salvaguardare i posti di lavoro.

Il primo punto affrontato nella missiva riguarda la posizione espressa dal Comitato Aziendale Europeo, nel quale sono rappresentati tutti i lavoratori europei. Secondo i vertici Adac sarebbe stato reso partecipe del piano ANS 2.0, allacciando “colloqui costruttivi”, mentre nell’assemblea celebrata a fine luglio il Comitato ha affermato nettamente la sua contrarietà al progetto a causa degli “enormi danni qualitativi che si ripercuoterebbero direttamente sul servizio offerto ai soci, oltre al danno per i lavoratori licenziati e l’aumento dei costi per la selezione di nuovo personale da formare ex novo”.

Una posizione di fronte alla quale la delegazione del Cda e il capoprogetto non hanno dato risposte, promettendole per settembre.

Proprio nella prima decade di settembre Adac sarà chiamata davanti al giudice del lavoro del Tribunale di Monza in seguito al ricorso presentato per comportamento antisindacale. Secondo quanto ricostruito anche nella lettera al Prãsidium dai rappresentanti dei lavoratori in occasione dello sciopero di 72 ore dal 31 luglio al 3 agosto, cui ha aderito la quasi totalità dei dipendenti, si è deciso di sostituire le persone che avevano incrociato le braccia dirottando le chiamate verso società estere. Un fatto per il quale è partito il ricorso ai giudici che dovranno pronunciarsi sulla vicenda. L’udienza sarà il 9 settembre.

.«Adac ha oscurato – si legge nella missiva- sia presso le società estere che nella comunicazione diretta con i soci le vere cause, giustificandole come irraggiungibilità della sede o problematiche di emergenza». Per il sindacato, invece, anche i soci dell’Automobile club avevano il diritto di sapere le motivazioni dello sciopero, indetto per evitare licenziamenti ma anche per garantire un servizio migliore ai viaggiatori in Italia.

La lettera contesta anche una comunicazione del Cda dell’8 luglio nella quale si sosterrebbe e che la responsabilità dei licenziamenti in Italia dipende dalla direzione locale. Rsa e Filcams, invece, puntano il dito proprio sui vertici tedeschi, dai quali è partito il piano.