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Monza, i dipendenti di Adidas scrivono ai manager: “Dov’è finita la responsabilità sociale d’impresa?”

Fatturati in crescita ma un piano per 41 licenziamenti, 35 a Monza: in attesa dell’incontro del 22 gennaio e dell’audizione in Regione del 23, i dipendenti scrivono ai manager: “Dov’è finita la responsabilità sociale d’impresa?”.
Il presidio a Milano a dicembre dei lavoratori Adidas
Il presidio a Milano a dicembre dei lavoratori Adidas

I dipendenti di Adidas scrivono ai manager della multinazionale e chiedono: che fine ha fatto la responsabilità sociale d’azienda? La lettera è indirizzata prima di tutto a Kasper Rorsted, ceo di Adidas, e parte da una constatazione: “Dopo decenni di lavoro svolto con professionalità e dedizione, che ha portato a crescite importanti e straordinarie della nostra azienda, a noi lavoratrici e lavoratori di Adidas Italy p stata comunicata la decisione di tagliare nuovamente posti di lavoro, attraverso il licenziamento di 41 persone”.

LEGGI le richieste di confronto

I lavoratori ricordano che lo scorso anno molti colleghi “hanno dovuto lasciare Adidas Italy a causa della precedente riorganizzazione” e che l’articolo 41 della Costituzione italiana “prevede che l’attività imprenditoriale debba esercitarsi con responsabilità sociale verso il territorio e le persone. Questa nuova procedura di licenziamento collettivo – annotano – è in contrasto con questo principio e avviene in un contesto di forte crescita del fatturato”.

I dipendenti chiedono quindi un nuovo piano aziendale senza tagli e il coinvolgimento in trattativa delle istituzioni locali e nazionali. Dopo l’incontro del 13 gennaio alla Confcommercio di Milano, è Matteo Moretti, segretario generale della Filcams Cgil Monza e Brianza, a riassumere il quadro del licenziamento collettivo, che prevede tra l’altro la volontà di delocalizzare le attività del credito in Portogallo.

LEGGI la decisione di Adidas

“Durante l’incontro la delegazione sindacale ha ribadito che la decisione è in netto contrasto con la situazione molto positiva di crescita aziendale a tutti i livelli e abbiamo richiesto un cambiamento del piano industriale che preveda il mantenimento dei livelli occupazionali in Italia. Rispetto alla richiesta di mantenere le attività lavorative in Italia l’azienda continua a dichiarare una mancanza di volontà e su questo tema riteniamo indispensabile ampliare il livello di confronto con i manager e con le istituzioni a partire dal consiglio regionale della Lombardia, Regione dove si concentra il maggior impatto occupazionale (35 persone) e dove è situata la sede italiana”.

La Cgil ricorda che Adidas non ha smentito le voci sulla prossima ristrutturazione anche del customer service e che la proposta del sindacato è di partire dalle uscite volontarie e dagli incentivi economici: l’azienda offre quanto proposto a gennaio 2019 per la precedente procedura di licenziamento. Prima di trovare una soluzione, dice il sindacato, Adidas fermi le procedure di trasferimento di competenze in Portogallo. E ancora: perché non ricorrere agli ammortizzatori sociali? Il prossimo tavolo di confronto è in programma il 22 gennaio: il giorno successivo Adidas e sindacati sono stati convocati in audizione dalla IV Commissione del consiglio regionale.