Monza: i 27 navigator del reddito di cittadinanza siano “protagonisti delle politiche attive”

Il loro lavoro era aiutare chi ha il reddito di cittadinanza a trovare un’occupazione: ma ora sono loro, i navigator, a rischiare di perderla. E sono 3.000 persone in Italia, 300 solo in Lombardia, 27 a Monza e Brianza.
Navigator: la protesta a Milano
Navigator: la protesta a Milano

Aiutano a trovare un lavoro ma, ora che a rischiare il posto sono proprio loro, i navigator puntano a esercitare un ruolo da protagonisti delle politiche attive, anche slegato dall’attuale Reddito di cittadinanza. È l’auspicio dei sindacati Cisl e Felsa Lombardia dopo la manifestazione del 9 febbraio.
Alle figure professionali che fanno da tutor a coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza. Il prossimo 30 aprile scadranno i contratti di lavoro con Anpal, l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, per circa 3.000 navigator in Italia, 27 dei quali nella sola Brianza.


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La scorsa settimana in tanti hanno protestato davanti alla prefettura di Milano e oggi Cisl e Felsa (la categoria della Cisl che rappresenta e tutela i lavoratori somministrati, autonomi e atipici) Lombardia fanno sentire la loro voce a favore di questi lavoratori. In particolare Cisl e Felsa Lombardia sono fermamente convinte che il mancato rinnovo di questi contratti, anche in considerazione della drammatica crisi pandemica, costituirebbe una scelta pericolosa.

«Nella sola Lombardia – spiega una nota – ci troveremmo quasi 300 esuberi oltretutto ai danni di figure che in meno di due anni hanno messo le basi ad un’attività di orientamento e riqualificazione, che non ha precedenti nel contesto della pubblica amministrazione».

Il sindacato ricorda che: «In condizioni assai complesse a causa del lockdown, della strumentazione inadeguata e della collocazione lavorativa i navigator sono stati comunque in grado di colloquiare con decine di migliaia di persone prive di occupazione. In particolare hanno assistito e preso in carico disoccupati fragili, con pregresse esperienze di lavoro discontinue e generiche, con bassissima scolarizzazione e know how tecnologico, e spesso vittime di disagio economico, abitativo e sociale».

I sindacati non nascondono che il processo di inserimento di queste persone presso i centri per l’impiego provinciali si è spesso rivelato complesso, dato che non è stato accompagnato da un adeguato coordinamento tra enti.
«Ma laddove è stato possibile – sottolineano – i navigator hanno messo a disposizione dei funzionari pubblici le proprie capacità, oltre i servizi connessi al reddito di cittadinanza, fornendo collaborazione piena nel contattare le imprese, e nella predisposizione di dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro e patti di servizio. E ciò anche per colmare le falle di un sistema, quello pubblico, sottodimensionato nell’organico, mancante di figure professionali e direttive specialistiche e con un alto numero di dipendenti che si avvicenda al pensionamento».

I sindacati sono convinti che la mancata proroga del contratto di lavoro finirebbe per indebolire ulteriormente i centri per l’impiego, in un momento in cui il concorso di Regione Lombardia finalizzato all’assunzione di nuovi 1.214 operatori dei centri per l’impiego è sospeso a causa della pandemia.

«Il nostro auspicio – proseguono Cisl e Felsa Lombardia – è che il rinnovato direttivo della direzione generale lavoro e formazione di Regione Lombardia apra una nuova stagione che veda un intervento forte della stessa Regione nel coordinamento dei centri per l’Impiego e delle Afol, in stretta collaborazione con Anpal Servizi Lombardia, nel rispetto delle specifiche competenze e ruoli con l’unico obiettivo di far funzionare le politiche del lavoro in regione».

«Siamo tuttavia persuasi – concludono – che la proroga dei contratti debba rappresentare l’inizio di una trasformazione vera, con lo sviluppo e la realizzazione di un progetto strutturale moderno connesso alle politiche attive del lavoro nel quale si operi in sinergia tra pubblico e privato, ciascuno nel proprio ruolo, senza inutili conflitti e sovrapposizioni ma con specifiche competenze per ciascuno degli attori in gioco».