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Monza e Brianza ancora più ricche: cresce la media dei depositi in banca

Aumenta la media dei depositi in banca di Monza e Brianza: 20 mila euro e oltre a testa, neonati compresi. Che cosa dicono i dati ufficiali.
Aumentano i depositi bancari medi
Aumentano i depositi bancari medi

A confermarlo è l’ultimo numero del bollettino statistico della Banca d’Italia, che fotografa l’ultimo trimestre 2016. Al 31 dicembre dello scorso anno in 26 Comuni brianzoli la disponibilità totale di depositi ammontava a ben 17,7 miliardi di euro, superando di slancio i 16,4 del dicembre 2015 e i 15,4 del dicembre 2014. Con una giacenza media sul conto corrente, secondo l’Ufficio statistica del Comune di Monza, che ha rielaborato i dati (ma prendendo in considerazione tutti i 55 Comuni della provincia MB) , di 20.448 euro a testa.Neonati compresi.

L’altra faccia della medaglia è quella degli impieghi, cioè i soldi che le banche erogano ai privati (per necessità personali o imprenditoriali) sotto forma di mutui, fidi, finanziamenti o prestiti. Al 31 dicembre 2016, secondo la Banca d’Italia, Monza e la Brianza (26 Comuni) erano impegnati per 21 miliardi di euro, rispetto ai 21,3 di un anno prima e ai 21,5 del dicembre 2014.

Con un debito pro capite (sempre neonati compresi e sulla base di 55 Comuni) calcolato dal Comune di Monza in 24.279 euro. Insomma, negli ultimi due anni i depositi sono aumentati e gli impieghi sono diminuiti.

Rispetto al panorama nazionale Monza e la Brianza si distaccano dalla media. Negli ultimi due anni da noi gli impieghi sono calati dell’1,9 per cento, i depositi sono aumentati del 14,8 per cento. In Italia i dati sono, rispettivamente, -5,6 per cento e +8,7 per cento. In soldoni (è il caso di dirlo): monzesi e brianzoli chiedono al sistema bancario, per investirli, meno soldi di due anni fa ma comunque di più che a livello nazionale. Ne tengono sotto il materasso (o in banca) più di prima ma comunque meno che a livello nazionale.

«Da questi dati -commenta il vicedirettore di una filiale di banca monzese- si conferma la vocazione imprenditoriale del nostro territorio. Tutte le banche vedono Monza e la Brianza come terra di impieghi e cercano -nei limiti di vincoli fissati a livelli di Banca d’Italia e Bce- di non far mancare la linfa al mondo produttivo, anche magari, dove serve, con garanzie accessorie reali o personali (ipoteche e fideiussioni). La nostra classe imprenditoriale è attiva e prudente, vuole preservarsi margini di liquidità proprie per poter far fronte a eventuali emergenze senza ricorrere subito alle banche. Così si spiega l’aumento dei depositi, ora che gli investimenti mobiliari (obbligazioni soprattutto) non danno più rendimenti soddisfacenti».