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Mediaworld, accordo fatto: via libera al trasferimento dei dipendenti da Curno a Verano Brianza

È stata raggiunta l’intesa tra Mediaworld e organizzazioni sindacali sulla questione del trasloco della sede da Curno a Verano Brianza. Ecco tutti i termini dell’accordo.
Un presidio dei dipendenti davanti al Mediaworld di Verano (foto archivio)
Un presidio dei dipendenti davanti al Mediaworld di Verano (foto archivio)

Accordo fatto. La firma alle 3 di ieri mattina dopo 15 ore di faccia a faccia tra azienda e sindacati nella sede di Ascom a Bergamo. Per i 430 dipendenti degli uffici direzionali Mediaworld di Curno, la multinazionale Mediamarket (cui fanno capo le attività del marchio Mediaworld) ha accettato di adottare una serie di misure per limitare i disagi del trasferimento nella nuova sede a Verano Brianza.

Definita una flessibilità d’ingresso e uscita di un’ora (al mattino dalle 8,30 alle 9,30) per rendere più agevole raggiungere la nuova sede di lavoro a 50 chilometri di distanza da quella attuale. E ancora: per un particolare cluster di dipendenti, quelli con contratti part time e con figli a carico entro i 3 anni di vita nonchè fruitori della legge 104, la possibilità, qualora dovessero decidere di lasciare consensualmente il lavoro, di essere inseriti in un percorso di ricollocamento guidato. Lo smart working, la terza richiesta avanzata dai sindacati per rendere meno impattante il trasferimento, sarà invece oggetto di valutazione successiva al completamento del trasloco e alla stabilizzazione dell’assetto organizzativo interno. Il grosso del trasferimento (qualche figura tecnica è già al lavoro a Verano Brianza), seppure scaglionato per reparto, avrà inizio a settembre con termine previsto ai primi di ottobre. Al termine a Bergamo resteranno solo i punti vendita (Orio, Curno, Stezzano) e la gestione della piattaforma on line a Grassobbio, per un totale di oltre duecento dipendenti.

Per quanto riguarda i 35 dipendenti del negozio di Verano, nonostante la drastica riduzione della superficie di vendita «al momento non ci sono stati licenziamenti – aveva spiegato Matteo Moretti, segretario generale della Filcams Cgil di Monza e Brianza, che segue la vicenda assieme alle sigle Fisascat Cisl e Uiltucs -. Ma i timori restano anche alla luce del ridotto servizio che il punto vendita riuscirà a soddisfare: con meno stock e meno prodotti disponibili, nel settore dell’elettronica dove per fronteggiare l’e-commerce è indispensabile rimanere super competitivi, c’è il rischio di avere conseguenze sulla sostenibilità del negozio stesso».

La vicenda Mediaworld (Mediamarket) ha scosso il mondo dell’hi-tech da febbraio in avanti, quando l’azienda ha annunciato perdite per 17 milioni di euro, la chiusura di alcuni punti vendita, il termine del contratto di solidarietà, la chiusura della sede di Curno con trasloco a Verano, la riduzione dei trattamenti economici domenicali.