Marchi falsificati, la Camera di commercio crea il Comitato per la lotta alla contraffazione

La Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi crea il Comitato per la lotta alla contraffazione: obiettivo, contrastare tempestivamente il commercio di marchi del lusso falsificati.
Un squestro di borse falsificate
Un squestro di borse falsificate

Nasce il Comitato provinciale di Milano per la lotta alla contraffazione per combattere i falsi e proteggere le imprese del settore lusso a Milano e Monza. L’insediamento è in programma venerdì 14 dicembre a Milano nella sede della Camera di commercio, il soggetto che ha accolto l’invito del ministero dello Sviluppo economico e di Unioncamere per costituire, in collaborazione con prefettura e associazioni di categoria, una struttura in grado di intervenire tempestivamente.

I rischi maggiori riguardano 28 mila imprese in Lombardia attive nei marchi del design di moda, orologi, gioielli e accessori. “Di queste 11mila sono a Milano su un totale italiano di 212mila imprese”, mentre in Brianza sono oltre 1.300. “Si tratta delle attività di design specializzate – specifica la Camera di commercio – della fabbricazione di profumi e cosmetici, di oggetti di gioielleria e oreficeria, del commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento, calzature, articoli in pelle, articoli di profumeria, orologi e gioielleria”. Che si traducono in circa 100mila gli addetti coinvolti in Lombardia su 400mila in Italia, di cui 60mila a Milano.

Il Comitato provinciale per la lotta alla contraffazione sarà “rilevatore del fenomeno sul territorio, con funzioni di promozione, supporto e monitoraggio, attività di prevenzione e repressione degli illeciti connessi alla contraffazione e di informazione al consumatore e alle imprese sui rischi e i danni connessi al fenomeno”.

«Il reato di contraffazione – ha dichiarato Luca Bertoni, consigliere della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi – è espressione di vere e proprie attività criminali organizzate che generano un impatto profondamente negativo sul tessuto economico e sociale, sia locale che nazionale, in termini di perdita di fatturato, di gettito fiscale, di mancata occupazione e di reimpiego di risorse di provenienza illecita, a danno del mercato sano e competitivo, con gravi ripercussioni sulla sicurezza dei lavoratori e dei consumatori».