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Lavoro, fissata la data del tavolo al ministero per i 134 licenziamenti della Canali di Carate

Lunedì 6 novembre si aprirà un tavolo al Ministero per lo sviluppo economico per la vertenza Canali di Carate Brianza dopo che l’azienda ha annunciato la chiusura del sito produttivo e il licenziamento di 134 lavoratori. Intanto, più della metà delle lavoratrici sono già a casa.
CARATE SCIOPERO ALLA CANALI
CARATE SCIOPERO ALLA CANALI Attilio Pozzi

Lunedì 6 novembre si aprirà un tavolo al Mise per la vertenza Canali di Carate Brianza. Azienda, sindacati e rappresentanti sindacali dei lavoratori sono stati convocati al Ministero per lo sviluppo economico dopo che la proprietà dell’impresa tessile con sede a Sovico, lo scorso 16 ottobre, ha avviato la procedura per il licenziamento collettivo di 134 lavoratori, di cui 130 sono donne.

Il taglio arriva con l’intenzione di chiudere la divisione “Eraclon” di Carate, in via del Valà: Femca Cisl e Filctem Cgil, settimana scorsa, avevano chiesto il ritiro della procedura incontrando il “no” della famiglia Canali e la sola disponibilità a licenziamenti incentivati. Ma «non vogliamo le buonuscite, ma il nostro posto di lavoro» hanno gridato le lavoratrici in sciopero e in presidio, fuori dai cancelli di via del Valà, mercoledì 18 ottobre.

In attesa dell’incontro al Mise, si resta in attesa anche della convocazione in IV Commissione Attività produttive e occupazione in Regione Lombardia. Nel frattempo, più della metà delle lavoratrici sono già a casa: in mancanza di lavoro, restano operative solo le ultime stazioni produttive; l’azienda ha già bloccato l’approvvigionamento in entrata e ha assicurato il normale pagamento degli stipendi per le sarte rimaste con i banchi vuoti (sono comunque a disposizione in caso di nuove commissioni).