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Lavoro: Candy potenzia la produzione, ma gli esuberi restano sul piatto

Nell’incontro al Ministero per lo sviluppo economico, la direzione di Candy ha annunciato la volontà di potenziare la produzione nello stabilimento di Brugherio. Ma gli esuberi, circa 130, restano sul piatto.
Brugherio Candy
Brugherio Candy Fabrizio Radaelli

Luci e ombre dall’incontro di martedì al Ministero per lo sviluppo economico: la direzione di Candy, colosso brianzolo delle lavatrici, ha annunciato la volontà di potenziare la produzione nello stabilimento di Brugherio. Ma gli esuberi, circa 130, restano sul piatto.

Per questo i sentimenti sono controversi. I rappresentanti dei lavoratori riferiscono i dettagli nelle assemblee; intanto, il punto essenziale intorno al quale ruotano le riflessioni riguarda i volumi produttivi annunciati per il prossimo triennio dall’amministratore delegato Yannick Fierling a sindacati, Rsu e funzionari ministeriali.


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Oggi lo stabilimento produce 350mila lavatrici all’anno. Per il 2020 se ne prevedono 450mila e per il 2021 500mila. Un obiettivo che fino alla settimana scorsa era auspicato dagli stessi lavoratori.

“Per fare questo – ha riferito per le Rsu Paolo Mancini – l’azienda ha annunciato di dover agire su tre fronti: il potenziamento della qualità, la riduzione dei costi e l’aumento di competitività del sto produttivo. Quest’ultimo passaggio, anche se non esplicitato, riguarda la velocità di produzione. Candy ci aveva già comunicato che dovremo passare dalle 85 macchine prodotte all’ora alle 100”.

Questo significa che i due giorni a settimana di cassa integrazione che i lavoratori subiscono oggi probabilmente non si ridurranno nonostante l’incremento dei volumi. E, di conseguenza, non si ridurranno neanche gli esuberi. Peraltro, sottolinea Mancini, “il famoso accordo del 2018 che la nuova proprietà aveva dichiarato di voler onorare concedeva già le 500mila macchine ma a una velocità di 85 pezzi all’ora – conclude il rappresentante dei lavoratori – insomma, volendosi attenere alla matematica non abbiamo un miglioramento ma un peggioramento”.

Questo, sul piano occupazionale. In settembre si chiude la cassa straordinaria per riorganizzazione e, per fine luglio, è previsto un incontro in Regione che potrebbe condurre a un altro anno di cassa. I 5 giorni settimanali di lavoro restano un miraggio.

Sul piano industriale invece Candy ritiene che l’incremento dei volumi sia una chiara prova della volontà di rilanciare il sito produttivo italiano per il quale si era anche temuto lo smantellamento.

Martedì al Mise la multinazionale cinese ha fornito anche qualche dato sull’andamento aziendale: fatturato aumentato, mercato ampliato, ma con una diminuzione del risultato netto, a causa dell’aumento del costo delle materie prime e dell’andamento delle valute. In programma ci sono investimenti per oltre 10 milioni di euro entro quest’anno più 16,4 milioni per il 2020.