La Ferrari in Borsa c’entra con Monza, eccome. Quando Sergio Marchionne ha fatto debuttare, in una giornata segnata dalla frenata cinese, il cavallino rampante a Piazza Affari, ha mandato un messaggio chiaro al suo team principal, Maurizio Arrivabene: Vettel deve essere competitivo da subito, anzi la Ferrari deve essere la macchina da battere.
Una rossa da prima fila, da lunedì 4 gennaio, è un problema anche di listini e quotazioni: i risultati in pista saranno un tassello indispensabile del rafforzamento del marchio dopo la quotazione a Wall Street.
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— Ferrari (@Ferrari) 4 Gennaio 2016
Per Monza, che si gioca in questi mesi il rinnovo del GP con Bernie Ecclestone, il discorso non è diverso. Una macchina che dia dai primi test di febbraio una sensazione di poter mettere le ruote davanti alla Mercedes aumenta e non di poco il peso di ACI e SIAS nella delicatissima trattativa col patron della FOM, come ha spiegato il presidente di AC Milano Ivan Capelli al Cittadino.
Perché rinunciare alla gara di casa e all’afflusso di pubblico per una Ferrari che si gioca il mondiale sarebbe, dal 2017 in poi, assai difficile per il manager inglese.
La quotazione della rossa, dunque, è più vicina alla Brianza di quanto si possa pensare: un filo comune la lega alle speranze dei tifosi, al destino sportivo ed economico del Gran Premio e al futuro di Monza, della sua provincia, della Lombardia e dell’Italia.