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K-Flex di Roncello affitta un capannone nel Lecchese, i lavoratori in esubero presidiano anche lì

Triplo presidio per i lavoratori de L’isolante K-Flex di Roncello, che da lunedì 3 aprile sono arrivati anche a La Valletta Brianza. È qui che l’azienda, preso in affitto un capannone da un fornitore, riceverebbe merce dal sito produttivo polacco per distribuirla sul mercato italiano e del sud Europa.
roncello: kflex a la valletta
roncello: kflex a la valletta Signorini Federica

Triplo presidio per i lavoratori de L’isolante K-Flex di Roncello, che da lunedì 3 aprile sono arrivati anche a La Valletta Brianza. È qui che l’azienda, preso in affitto un capannone da un fornitore, riceverebbe merce dal sito produttivo polacco per distribuirla sul mercato italiano e del sud Europa.
«La proprietà giustifica la soppressione della produzione in Italia, con i 187 licenziamenti annessi, parlando di un mercato in crisi strutturale, e poi i clienti hanno così fame di prodotti che bisogna arrivare ad affittare un nuovo magazzino?» commenta Matteo Moretti della Filctem Cgil.

DOSSIER La crisi K-Flex

L’attività produttiva e di magazzino, a Roncello, è ferma dal 24 gennaio, ovvero da quando gli esuberi hanno iniziato lo sciopero con presidio permanente davanti ai cancelli di via Da Vinci (da diverse settimane, inoltre, alcuni lavoratori restano in presidio anche fuori dalla vecchia sede di proprietà aziendale, sempre a Roncello). Ora i camion sono fermi anche a La Valletta, dove sono operativi una dozzina di magazzinieri. E dove gli scioperanti hanno intenzione di rimanere attivi almeno fino a venerdì 7 aprile, giorno in cui azienda, sindacati e rappresentanti dei lavoratori sono stati convocati in Regione per tentare di riaprire la trattativa sindacale. Intanto si aspetta una ipotetica convocazione che riunisca attorno allo stesso tavolo Ministero del lavoro e Ministero dello sviluppo economico.

Nel frattempo si moltiplicano le iniziative a favore dei lavoratori K-Flex. Tra le altre, la consegna di viveri e prodotti provenienti dai terreni confiscati alla camorra nel casertano, ad opera di Fim Cisl Lombardia in collaborazione con il Consorzio NCO (Nuova cooperazione organizzata).