In Brianza aumentano le persone inattive: non hanno un posto e nemmeno lo cercano. Ce ne sono 11mila in più

Cala il tasso di disoccupazione per effetto del blocco dei licenziamenti. Ma sono in calo anche gli occupati. Tutti i numeri dell’Istat relativi alla provincia di Monza
Enzo Mesagna, della Cisl Monza Brianza Lecco
Enzo Mesagna, della Cisl Monza Brianza Lecco

Cala il tasso di disoccupazione ma cala anche l’occupazione. E soprattutto aumentano considerevolmente gli inattivi, coloro che non solo non hanno un impiego, ma non lo cercano neanche. Secondo i dati Istat, infatti, in Brianza nel giro di un anno, dal 2019 al 2020, sono passati da 147mila a 158mila, ben 11mila in più. «Un numero cresciuto in modo preponderante -spiega Enzo Mesagna, responsabile del Mercato del lavoro per la Cisl Monza Brianza Lecco- Un fenomeno che merita particolare attenzione perchè riguarda i giovani». I numeri dell’occupazione nella provincia di Monza rivelano una situazione in chiaroscuro, nella quale anche le cifre che potrebbero essere lette positivamente vanno interpretate per essere capite in profondità. È vero che il tasso di disoccupazione è diminuito dal 7% del 2019 al 4,9% del drammatico anno che ci siamo appena lasciati alle spalle, con una riduzione del 3% per quanto riguarda le donne. Ed è vero allo stesso modo che sono calati i disoccupati, passando addirittura da 29mila a 20mila, ma per comprendere fino in fondo il dato occorre ricordare che ancora oggi i licenziamenti sono bloccati e che si tratta di un provvedimento che va avanti ormai da un anno.

I numeri, d’altra parte, parlano anche di un calo dell’occupazione, scesa dal 68,4% al 68%, in valore assoluto da 390mila a 387mila, per effetto soprattutto della diminuzione dei posti per gli uomini. Occupati, però, secondo la statistica, sono coloro che hanno lavorato almeno per un’ora retribuita, o anche non retribuiti se all’opera in un’azienda familiare. <Siamo in una fase di incertezza -continua Mesagna- ci sono meno persone che si attivano per cercare lavoro. Anche la forza lavoro, la somma di chi lavora e chi cerca una occupazione, è diminuita di 12mila persone. Per fare ripartire il mercato, però, non c’è altra strada che far ripartire il lavoro». L’obiettivo deve essere il rilancio dell’economia per una ripresa stabile.