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Imprese femminili, crisi da Covid e crollo del fatturato: «Perdite anche del 50% nei conti»

Crollo del fatturato nelle imprese al femminile a Monza e in Brianza con perdite anche del 50% nei conti. Enrico Brambilla (Apa Confartigianato): «Le aziende in rosa hanno risentito di più della crisi da Covid».
Lavoro donna donne - macrovector - it.freepik.com
Lavoro donna donne – macrovector – it.freepik.com

«Le donne imprenditrici hanno subìto la maggior incidenza nel calo di fatturato nel corso del 2020. Stimiamo un meno cinquanta per cento in media, a fronte di un meno quaranta per cento nelle imprese gestite dagli uomini».

Enrico Brambilla, segretario generale di Apa Confartigianato Milano Monza Brianza, fotografa così la situazione delle imprese in rosa dopo l’annus horribilis segnato dalla pandemia: «I motivi di questo calo sono due: buona parte delle imprese gestite da donne sono nei servizi alla persona (estetica, parrucchieri, abbigliamento, sartoria) più colpiti dalle chiusure causa Covid; le donne hanno maggior difficoltà a conciliare il lavoro con l’organizzazione della famiglia e della cura dei familiari».

Purtroppo per il sostegno alla imprenditoria e all’occupazione femminili «da anni sono venute meno alcune linee tradizionali come erano quei bandi con risorse per start up al femminile che per esempio davano sostegni per l’affitto, per l’acquisto di macchinari, contributi in conto interessi per aperture di credito in banca».

Nel 2020 la Regione Lombardia ha lanciato il bando Arché per imprese giovani, al femminile e start up «ma la dotazione finanziaria era davvero scarsa e soggetta al clic day, e quindi è andata esaurita subito. L’auspicio è che ci siano altri bandi di questo genere, magari con soluzioni diverse rispetto al clic day».

La Legge di bilancio 2021 propone ora nuove misure : «Prevede, nei commi 97-106, un fondo di 20 milioni a sostegno dell’imprenditoria femminile. Interessante perchè rimette al centro dell’attenzione la questione dell’impresa gestita da donne, ma la somma ci sembra esigua. Per di più ha bisogno di decreti ministeriali attuativi, da approvare entro 60 giorni dal 1° gennaio, ma certo la crisi di governo non aiuta in questo senso».

Su un altro versante, quello della occupabilità femminile e degli under 35 in generale, la legge di bilancio prevede bonus per le assunzioni: «Vanno nella direzione giusta, anche se lo strumento bonus, oggi come oggi, serve fino a un certo punto per fare in modo che le imprese assumano. Serve anche che ripartano le commesse e il lavoro e che, sul lato della domanda di lavoro, esistano le competenze richieste, soprattutto nelle piccole imprese, dove più spesso, rispetto alle realtà più grandi, sono richieste competenze ben specifiche».

«Questi bonus non vanno disprezzati, tutt’altro, ma risulta difficile che un imprenditore assuma una donna o un under 35 solo perché c’è un bonus, peraltro, giustamente, con una scadenza temporale dopo qualche anno. Il bonus aiuta certamente, ma a monte devo avere quei due prerequisiti a medio raggio (commesse e competenze) di cui si diceva».

Il vantaggio dei bonus previsti dalla Legge di bilancio è che non hanno bisogno di decreti attuativi perché si inseriscono in un sistema già rodato: trovano applicazione attraverso sgravi contributivi e non dipendono da alcun clic day.

«Noi come Apa Confartigianato – conclude Brambilla – teniamo monitorata l’evoluzione della normativa cercando di portare a livello regionale e camerale, come ci compete, le opportunità offerte dalla normativa generale. Sperando che anche a livello regionale e camerale magari ci sia possibilità di ulteriori bandi e ulteriori fondi».