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Il Caso Electrolux al Senato Solaro continua la mobilitazione

I sindacati metalmeccanici “rigettano completamente” il piano di tagli avanzato da Electrolux per mantenere la produzione in Italia; i lavoratori continuano gli scioperi a scacchiera, Solaro compresa. E l’ad del colosso svedese, al Senato, dice: «Mai proposto il taglio degli stipendi del 40% e vogliamo restare in Italia».
Electrolux: sindacati respingono piano
Electrolux: sindacati respingono piano GM

I sindacati metalmeccanici “rigettano completamente” il piano di tagli avanzato da Electrolux per mantenere la produzione in Italia; i lavoratori continuano gli scioperi a scacchiera e i rallentamenti della produzione nei quattro stabilimenti italiani, Solaro compresa. E l’amministratore delegato del colosso svedese, in un’audizione al Senato, martedì ha rimarcato l’intenzione di restare in Italia senza chiudere il sito pordenonese di Porcia. Non si sblocca il caso Electrolux.

“Siamo gli unici che presentano documenti e proposte, vorremmo capire dai sindacati e dal Governo cosa c’è sul tavolo: se continua a non esserci niente siamo in difficoltà, al meeting del 17 si presentino con proposte concrete”, ha detto Ernesto Ferrario, ad di Electrolux Italia martedì.

“Vogliamo restare in Italia, abbiamo consistenti investimenti da fare nel Paese – ha spiegato alle agenzie – Serve però un aiuto per restare competitivi e ridurre il costo del lavoro, che è l’unico elemento su cui è possibile agire, essendo per l’80% i nostri costi fissi, in materie prime. E non abbiamo mai proposto in nessun modo il taglio del 40% degli stipendi. L’unica richiesta che abbiamo formulato è quella di restare ad un orario di lavoro di 6 + 2 ore giornaliere, che corrisponde alla situazione esistente, che vede 6 ore di lavoro pagate dall’azienda e 2 ore di solidarietà. Ed è un dato che abbiamo considerato passibile di essere discusso”.

Electrolux in Italia impiega 6.185 addetti (dei 25mila in Europa). E l’attenzione di tutti è rivolta all’incontro in programma il 17 febbraio a Roma.

“Il tavolo aperto al Mise deve arrivare a far emergere da parte di Electrolux una chiara scelta industriale, sulla qualità dei prodotti, i mercati di vendita e soprattutto sugli investimenti in tutti i siti, con un progetto di sviluppo dei territori e di salvaguardia dell’occupazione”, ha commentato Luigi Sbarra della Uil dopo il coordinamento sindacale unitario di lunedì a Mestre.

Negli stabilimenti intanto continua la mobilitazione. A Solaro, dove ci sono 963 addetti e trecento esuberi annunciati, per la giornata di mercoledì è annunciato lo stop di un’ora per ogni linea di produzione delle lavastoviglie e il blocco in uscita delle merci.

A fine gennaio Electrolux aveva presentato un pacchetto di misure “volte a ridurre il costo del prodotto” anche attraverso una riduzione di tre euro dell’ora lavorata, ovvero circa 130 euro al mese di salario netto.

Se passasse, iI piano per la Lombardia prevederebbe comunque degli esuberi: 57 nel caso l’azienda lavorasse su sei ore, 182 nel caso delle otto ore. Poi azioni di riorganizzazione e ottimizzazione della produzione e un aumento dei volumi produttivi del 30% entro il 2017.