I dati delle associazioni consumatori: dilagano i contratti telefonici involontari

Chiamate da fantomatici call center, attivazioni furbesche di servizi non richiesti, letture spannometriche dei dati presenti sui contatori: ecco le pratiche che le associazioni dei consumatori si trovano a gestire con frequenza maggiore.
Frequenti i contratti telefonici attivati senza reale consenso
Frequenti i contratti telefonici attivati senza reale consenso archivio - Spinolo Massimo

Chiamate da fantomatici call center, attivazioni furbesche di servizi non richiesti, letture spannometriche dei dati presenti sui contatori: ecco le pratiche che le associazioni dei consumatori si trovano a gestire con frequenza maggiore.
I dati forniti da Federconsumatori relativi al 2015 parlano chiaro: delle 224 istanze che gli sportelli territoriali di Monza, Seregno e Vimercate hanno gestito, ben 63, e quindi il 28% del totale, hanno riguardato la telefonia; 48, il 21% del totale, quelle invece relative all’energia, che comprende l’utilizzo di elettricità, gas e luce.

I dati relativi ai primi due mesi del 2016 non fanno altro che confermare, e aggravare, questa tendenza. Delle 53 pratiche brianzole seguite nel nuovo anno dall’associazione nata con il contributo della Cgil, il 35% (19) ha riguardato la telefonia. Anche Adiconsum conferma trend e percentuali: delle 250 pratiche annuali con cui, in media, gli sportelli territoriali locali hanno a che fare, un buon 60% è rappresentato da problemi relativi alla telefonia, mentre il 35% riguarda l’energia.

Secondo gli uffici Cisl è aumentata la problematicità delle questioni: «Se le controversie relative alla telefonia si risolvono in media, in un mese, quelle relative all’energia hanno tempistiche decisamente più lunghe , che molto spesso oltrepassano l’anno».

In cima alla lista delle controversie, i contratti non voluti, «quelli, cioè, attivati con la cosiddetta pratica del “sì telefonico” – precisano – che si tratta di un raggiro, a tutti gli effetti. Si verifica sempre nello stesso modo: si riceve una chiamata molto spesso disturbata. L’utente non sente bene, l’operatore telefonico richiama e basta un semplice sì, pronunciato anche involontariamente e fuori contesto, per far sottoscrivere un nuovo, indesiderato, contratto».

E pensare che esiste anche un “Registro pubblico delle opposizione”, a cui i cittadini possono iscriversi dichiarando di non voler ricevere telefonate per scopi commerciali o richieste di mercato: uno strumento che dovrebbe anche rendere più competitivo, dinamico e trasparente il mercato tra gli operatori di marketing telefonico.
«Ma i call center martellano tutti, costantemente, in maniera quasi spietata, senza controllare l’iscrizione o meno all’elenco».

Nel campo dell’energia, invece, più frequenti sono i problemi generati dai passaggi da un gestore all’altro o dalle letture dei consumi effettuate in maniera anomala, su stime inventate. «In quest’ultimo caso – conclude il responsabile dello sportello di via Dante – dimostrare gli errori diventa laborioso: è necessario, infatti, richiedere una perizia di laboratorio. E i costi lievitano».