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Gianetti Ruote, si spera nel giudice e in una sentenza come quella per la Gkn: a Firenze revocata la procedura di licenziamento

Il 5 ottobre in Tribunale a Monza il giudice sarà chiamato a occuparsi del ricorso presentato dai sindacati. Se dovesse dare ragione ai lavoratori si dovrebbe cominciare di nuovo a trattare. Intanto il caso potrebbe essere portato alla ribalta in una manifestazione nazionale
Corteo dei  lavoratori Gianetti
Corteo dei lavoratori Gianetti Fabrizio Radaelli

Ora si aspetta il 5 ottobre. Quando le parti compariranno davanti al giudice del lavoro del Tribunale di Monza per parlare del ricorso dei sindacati contro il comportamento dell’azienda nella procedura di licenziamento. Con la speranza che la giustizia brianzola si pronunci sul caso della Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto, chiusa dal fondo tedesco Quantum licenziando 152 persone, così come quella fiorentina si è espressa su un analogo caso, quello della Gkn.

In Toscana, infatti, il magistrato ha riconosciuto le ragioni della Fiom Cgil, che si era rivolta al giudice per contestare all’azienda di aver comunicato il licenziamento collettivo senza confrontarsi prima sulle prospettive dell’azienda, mettendo di fatto le organizzazioni dei lavoratori di fronte al fatto compiuto.

Se la decisione dei giudici monzesi fosse la stessa la procedura di licenziamento sarebbe revocata: a Firenze le parti aspettano una convocazione del Mise per confrontarsi sul tema, cominciando quel confronto che prima non c’era stato e che invece viene previsto in queste procedure.

L’azienda si è detta indisponibile ad impegnarsi in un piano di reindustrializzazione dell’area, come, invece, proposto dai sindacati e sostenuto da Ministero per lo Sviluppo economico e Regione, restando ferma di fatto sulla posizione della chiusura della fabbrica tout court. «Oggi anche la cassa integrazione per cessazione -spiega Pietro Occhiuto, segretario generale della Fiom Cgil Monza Brianza- prevede una reindustrializzazione del sito. L’azienda non era interessata. Sta tenendo in scacco 152 lavoratori. Noi chiediamo ancora un intervento del Mise per mantenere l’area produttiva, c’è la possibilità di reindustrializzare, ci sono imprenditori interessati, ma la cessione finora è stata ostacolata».

Nella trattativa è successo di tutto, anche che l’Inps dichiarasse impossibile concedere 13 settimana di cassa speciale, proposte dal Mise per trovare il tempo di valutare i possibili acquirenti. Secondo l’Istituto di previdenza, infatti, quel tipo di ammortizzatore sociale si può utilizzare solamente quando si sono consumati quelli ordinari. Una situazione che la Fiom giudica «incomprensibile».

Ora l’azienda può inviare ai lavoratori le lettere relative ai singoli licenziamenti. Fino a ieri era no arrivate le prime comunicazioni ma solo per i delegati sindacali. Intanto il sindacato sta pensando, prima del 5 ottobre, a una manifestazione nazionale per dare la giusta evidenza alla vertenza Gianetti.