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Gianetti Ruote, il Tribunale respinge il ricorso dei sindacati: i 152 licenziamenti restano validi

«Rispettiamo la sentenza ma non ci sentiamo di condividerla» spiega Enrico Vacca, della Fim Cisl Monza Brianza Lecco. «Non si può accettare che i lavoratori vengano licenziati in questa maniera - dichiara Pietro Occhiuto, della Fiom Cgil Monza Brianza- per questo motivo con i nostri legali stiamo valutando di fare ricorso rispetto alla sentenza emessa». Potrebbe essere percorsa anche la strada di cause individuali contro il licenziamento
Lavoratori Gianetti Ruote davanti alla sede della provincia di Monza
Lavoratori Gianetti Ruote davanti alla sede della provincia di Monza Fabrizio Radaelli

Niente da fare, Ricorso respinto. La Gianetti Ruote non ha tenuto nessun comportamento antisindacale e, da questo punto di vista, i 152 licenziamenti restano validi. Il Tribunale di Monza così ha deciso nella causa che era stata intentata dai sindacati dopo l’annuncio da parte della proprietà, il fondo tedesco Quantum, della chiusura del sito industriale di Ceriano Laghetto.

Il fatto che i licenziamenti siano stati comunicati ai dipendenti direttamente, senza passare dalle organizzazioni dei lavoratori, senza che in precedenza alle stesse fosse paventato almeno il rischio della chiusura, non individua nessun comportamento sanzionale da parte del giudice. A differenza del Tribunale di Firenze, dove in una causa simile, quella relativa alla Gkn di Campi Bisenzio, erano stati annullati i licenziamenti, la magistratura brianzola ha dato ragione all’impresa, valutando che in questo caso non ci siano elementi per accogliere la tesi dei sindacati.

Per i lavoratori, che ora si trovano con le lettere di licenziamento in mano, senza ammortizzatori sociali e con un futuro che dire incerto è un eufemismo, si tratta dell’ennesima doccia fredda al termine di un’estate in cui si sono sentiti dire una serie di no. «Rispettiamo la sentenza ma non ci sentiamo di condividerla -spiega Enrico Vacca, segretario generale della Fim Cisl Monza Brianza Lecco- anche per la visione delle relazioni sindacali e ci preoccupa per il futuro. Prendiamo atto del pronunciamento. Ora dovremo confrontarci con il collegio legale per capire i da farsi. Rimane la strada dell’impugnazione dei singoli licenziamenti».

Si potrebbe dar corso, quindi, a singole vertenze. Una strada molto diversa rispetto a quella sperata dai sindacati, che puntavano sull’annullamento delle lettere di licenziamento e quindi sulla possibilità di aprire un confronto sull’azienda con l’obiettivo della reindustrializzazione. Un’opportunità, questa, che rimane, almeno per ora, sulla carta, senza che ci siano possibilità concrete di realizzazione.

La chiusura della fabbrica e i 152 licenziamenti era stata comunicata attraverso raccomandate e poi sulla bacheca digitale dell’azienda (in pratica una mail) all’inizio di luglio, improvvisamente. Poi i 75 giorni previsti dalla procedura di licenziamento collettivo per il confronto tra le parti si sono conclusi senza nessun accordo e senza disponibilità dell’azienda a partecipare a un piano di reindustrializzazione dell’area.

«Quella di oggi è una sentenza che non rende giustizia ai 152 lavoratori della Gianetti che sono stati ingiustamente licenziati -dice Pietro Occhiuto, segretario generale della Fiom Cgil Monza Brianza- Non si può accettare che vengano licenziati in questa maniera per questo motivo con i nostri legali stiamo valutando di fare ricorso rispetto alla sentenza emessa».

«C’è molta delusione e molto smarrimento tra i lavoratori. Noi faremo ricorso per rendere giustizia ai lavoratori -continua Occhiuto- E come se ci volessero far credere che sono stati collocati in ferie, in maniera forzata ed in previsione della chiusura del sito, e che questo non fosse un preannuncio del licenziamento»