«Abbiamo ribadito la nostra disponibilità a un confronto solo se si ritira la procedura di licenziamento collettivo, riprendendo immediatamente l’attività e gestendo la crisi in maniera diversa, per esempio utilizzando gli ammortizzatori sociali». Pietro Occhiuto, segretario generale della Fiom Cgil Monza Brianza, è uno dei rappresentanti sindacali che stamattina, giovedì 8 luglio, hanno partecipato, in Assolombarda, all’incontro con l’azienda in merito alla chiusura annunciata della Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto.
L’invito dei sindacati è quello di tornare nell’alveo dell’avviso comune sottoscritto da Governo, Confindustria e organizzazioni dei lavoratori, che invita ad affrontare questo momento senza ricorrere ai licenziamenti. Un invito che ieri, in Prefettura l’azienda, che è di proprietà di un fondo tedesco, ha rispedito al mittente. Oggi, invece, la risposta è stata leggermente diversa: non c’è preclusione a ragionare in questi termini ,a valutare una soluzione alternativa. La risposta, comunque, dovrebbe arrivare entro un paio di giorni. Intanto è stato fissato un altro incontro in Assolombarda per mercoledì 14 luglio.
«Attendiamo una risposta per sabato, domenica, al massimo lunedì mattina -dice Tiziano Ripamonti della Fim Cisl Monza Brianza Lecco- Se sarà positiva il 14 si potrà entrare nel merito».
La risposta della società viene presa ancora con molta cautela. Di fatto la situazione, al momento, non si scosta, dallo scenario disegnato improvvisamente sabato con la comunicazione delle ferie forzate per i lavoratori e dell’avvio della procedura di licenziamento collettivo. La mobilitazione dei lavoratori continua con il presidio 24 ore su 24 davanti alla storica fabbrica di Ceriano Laghetto. Per il momento non è ancora cambiato niente.
«Sono le prime brutte vicende di licenziamenti nonostante l’intesa sottoscritta dal governo e parti sociali: prima di licenziare le aziende dovrebbero utilizzare gli ammortizzatori sociali» commentano intanto i segretari territoriali di Cgil, Cisl e Uil, Angela Mondellini, Mirco Scaccabarozzi e Abele Parente. Un giudizio nel quale ricordano anche i licenziamenti prospettati all’Adac di Monza (20) la sede italiana dell’associazione che garantisce agli automobilisti tedeschi assistenza nei viaggi all’estero.
«Siamo ovviamente preoccupati per le lavoratrici e i lavoratori coinvolti – continuano- e, più in generale, per le ricadute occupazionali sull’intero territorio. In una fase così delicata ci rivolgiamo a tutte le parti sociali per trovare adeguate soluzioni a queste vertenze». L’improvvisa chiusura della Gianetti, inoltre, è al centro di diverse interrogazioni parlamentari.