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Forum piccole e medie imprese a Cesano Maderno: l’edilizia supera il legno-arredo

Cesano Maderno sino al 29 giugno è la casa dei “Forum delle piccole e medie imprese e del commercio”. E nel quadro dei numeri locali il settore dell’edilizia supera il legno-arredo.
L'edilizia supera l'arredo
L’edilizia supera l’arredo

Cesano Maderno sino al 29 giugno è la casa dei “Forum delle piccole e medie imprese e del commercio” e il debutto è stato sotto una buona stella. Lo dimostrano i numeri sull’andamento delle imprese artigianali. Nel corso dei dodici mesi del 2020, anno terribile per l’esplosione della pandemia, le piccole e medie imprese invece di chiudere, hanno aperto. Lo spiega Paolo Rastellino, presidente Apa Confartigianato Cesano Maderno.

Se al 31 dicembre del 2018 le attività artigianali in città erano 2.931, al 31 dicembre del 2020 hanno superato quota 3mila toccando le 3061 unità. Molto interessante è il ritratto di chi oggi rappresenta la fetta principale dell’artigianato locale. Il settore del legno e arredo è sceso al terzo gradino del podio con 196 rappresentanti. In testa c’è nettamente l’edilizia con 554 attività, si va dalla classica impresa da muratore all’idraulico. In ascesa poi è il settore dell’alimentazione, secondo posto per lui con 208 imprenditori.

Si difende bene anche il settore della produzione meccanica con 168 rappresentanti, in 123 sono invece impegnati nel settore del benessere, di questi il 50 per cento sono parrucchieri. Boom poi nell’ambito comunicativo con 91 addetti e di questi ben 87 sono grafici.

Ma come spiega Rastellino la crescita del settore artigianale, quando l’economia italiana sta vivendo uno dei momenti più bui?
«C’è molta resilienza, i nostri artigiani non vogliono mollare. A mio parere lo sprone è il rispetto per i propri dipendenti: per un artigiano sono una famiglia».

La crescita dell’edilizia invece da dove deriva? «È un mondo ampissimo: negozi di materiale, singoli artigiani o il muratore col dipendente, l’idraulico e il dipendente. Il mattone oggi vince sul legno».

Un settore del legno che va a chiudere per mancanza di rinnovo generazionale. «Il cambiamento è partito 30 anni fa. Il figlio meglio mandarlo al liceo, tutto ciò a discapito delle scuole professionali e di una formazione specifica. Oggi ci sono aziende in difficoltà nel trovare personale. Mi chiamano una decina di volte l’anno: ”Hai qualche ragazzo da mandarmi?”. Io mi rivolgo al “Terragni” di Meda».

Per Rastellino però una speranza per il settore del legno c’è e ad accenderla sarebbe stato proprio il lockdown. «Ci sono nuove richieste di commesse. Costretta a casa la gente ha vissuto di più il proprio mondo. Ora c’è chi vuole cambiare la cucina o magari crearsi un angolo più funzionale allo smart working rispetto al freddo tavolo della cucina».