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Covid, comparto estetica e benessere: «Persi 2 milioni di euro e rischio abusivi»

CNA Lombardia interviene a difesa delle attività del comparto Benessere, estetica e acconciatura sottolineando perdite per quasi due miliardi di euro in tutta la Lombardia e il proliferare del lavoro abusivo.
Estetista emergenza settore comparto benessere - foto freepik/it.freepik.com
Estetista emergenza settore comparto benessere – foto freepik/it.freepik.com

Perdite per quasi due miliardi di euro in tutta la Lombardia e il proliferare del lavoro abusivo con rischi sanitari impossibili da quantificare. CNA Lombardia interviene a difesa delle attività del comparto Benessere, estetica e acconciatura chiedendo alla Giunta al Consiglio regionale un intervento a loro tutela.

L’organizzazione, in una lettera inviata all’assessore allo Sviluppo Economico, Guido Guidesi, e al presidente della IV Commissione in Consiglio regionale, Gianmarco Senna, segnala l’ “incomprensibile posizione di chiusura del Governo” su un comparto, quello del Benessere, appunto, caratterizzato ancor più in epoca Covid-19 da elevati standard di sicurezza igienico-sanitaria. Inoltre, CNA sottolinea che “la scarsa attenzione riservata a questa popolazione di imprese ha risvolti negativi che vanno ben oltre la già grave perdita economica per i titolari: l’abusivismo, che emerge con forza ancora maggiore proprio nel momento in cui i centri estetici e i saloni di acconciatura sono chiusi, e che rappresenta un rischio sanitario non quantificabile”.

Secondo l’organizzazione che rappresenta imprese dell’artigianato e della PMI “riaprire le attività della filiera è la precondizione per arginare l’abusivismo, vera e propria piaga economica e sanitaria in questo delicato momento pandemico”.

In Lombardia il comparto del benessere occupa 250 mila persone che oggi dichiarano una perdita economica per quasi 2 miliardi di euro. “Eppure – sottolinea Daniele Parolo, presidente regionale CNA – si tratta di un comparto che rispetta le regole, che l’Inail certifica con pochissimi contagi. Un comparto che va fatto riaprire e lavorare. In questo caso i sostegni non ci interessano dove le regole e la prudenza ci dicono che si può lavorare”.

Esprime la disapprovazione e la frustrazione dell’intero settore Brigida Stomaci, presidente lombarda di CNA Benessere e Sanità: “Siamo stanchi, il Governo non è flessibile, ci tratta come se sulla categoria gravasse uno stigma socio-sanitario ma al contempo alimenta l’abusivismo”. La portavoce regionale della filiera dell’acconciatura, l’imprenditrice CNA Tiziana Teani, aggiunge, con una nota di sconforto: “Siamo persone serie. Stiamo cercando di mantenere la calma, ma la rabbia del settore deve trovare una risposta di responsabilità istituzionale da parte del Governo centrale e dei Governi regionali: vogliamo solo lavorare rispettando tutte le normative di sicurezza già condivise”.