Congedi parentali Covid prorogati fino alla fine di marzo. Ecco i lavoratori che possono presentare la domanda

Prevedono un’indennità del 50% della retribuzione per i lavoratori dipendenti che abbiano figli conviventi con un’età inferiore ai 14 anni che sono in quarantena “da contatto” o ai quali è stata sospesa l’attività didattica in presenza a scuola.
Monza Sede Cisl Patronato
Monza Sede Cisl Patronato Fabrizio Radaelli

I congedi parentali Covid sono stati prorogati fino alla fine di marzo di quest’anno. Prevedono un’indennità del 50% della retribuzione per i lavoratori dipendenti che abbiano figli conviventi con un’età inferiore ai 14 anni che sono in quarantena “da contatto” o ai quali è stata sospesa l’attività didattica in presenza a scuola.

Congedi che riguardano, stavolta senza limiti di età e anche senza che sia necessaria la convivenza, la cura di figli con disabilità in situazione di gravità accertata.

Un provvedimento quanto mai utile, in un momento in cui i contagi sono tornati su numeri consistenti, per coloro che non possono usufruire dello smart working ma devono conciliare la loro attività lavorativa con la positività del figlio o lezioni da remoto, cui partecipare da casa..

Il congedo vale, in tutto o in parte, per il periodo della durata dell’infezione da SARS CoV-2, della quarantena, della sospensione delle lezioni in presenza o della chiusura dei centri diurni assistenziali. Le domande possono essere inoltrate attraverso patronati, come quelli sindacali ma non solo. Occorre compilare un modulo con i dati dei componenti della famiglia e del congedo richiesto, con busta paga e dichiarazione dell’Ats.

Chi ha figli tra i 14 e i 16 anni può comunque avere dei congedi, ma non saranno retribuiti. Il datore di lavoro deve però garantire di conservare il posto di lavoro: niente licenziamenti. I patronati. Per i genitori lavoratori autonomi iscritti all’Inps o alla gestione separata le modalità delle domande saranno chiarite dall’Inps con un messaggio.