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Cesano Maderno: Mercatone Uno, dai lavoratori partono le lettere di messa in mora – VIDEO

L’amministrazione straordinaria non vuole riconoscere il ritorno alle retribuzioni precedenti al fallimento e così la cassa integrazione viene ridotta a poca cosa. I lavoratori, però, non ci stanno e preparano le lettere di messa in mora
Il presidio di mercoledì 17 dei lavoratori Mercatone Uno. A sinistra Matteo Moretti della Filcams Cgil
Il presidio di mercoledì 17 dei lavoratori Mercatone Uno. A sinistra Matteo Moretti della Filcams Cgil

L’amministrazione straordinaria non ci sente, il Ministero dello Sviluppo economico men che meno. E allora le lavoratrici e i lavoratori del Mercatone Uno hanno deciso di muoversi, iniziando a firmare le lettere di messa in mora da inviare ai commissari straordinari e all’Inps per chiedere che si torni alle vecchie retribuzioni e ai vecchi contributi calcolando di conseguenza la cassa integrazione sulla base di questi parametri.

Un’iniziativa resa nota proprio mentre i lavoratori, con la Filcams Cgil, hanno indetto un presidio a Cesano Maderno per chiedere a gran voce la retrocessione alle condizioni precedenti al fallimento della Shernon.

Per favorire il rilancio dei negozi Mercatone Uno avevano accettato una riduzione di orario di lavoro e di stipendio in cambio della promessa di due anni di lavoro e di assunzioni successive. Promesse, tuttavia, rimaste sulla carta. Quando i nuovi proprietari hanno dovuto chiudere per ordine del Tribunale di Milano, però, ai lavoratori non è stata riconosciuta la possibilità di tornare ai contratti precedenti, con una retribuzione piena e non basata su orari part time.

Una circostanza che ha influito pesantemente sulla cassa integrazione , ridotta a poche centinaia di euro al mese. Per questo si è optato per la messa in mora. Un’iniziativa che, se non dovesse arrivare a un accordo su questo tema, potrebbe condurre a una causa da parte dei lavoratori.

Le lettere di messe in mora, iniziativa a livello nazionale, sono già state firmate da quasi tutti i dipendenti di Cesano Maderno, che sono una cinquantina in tutto.

Al presidio di Cesano mercoledì 17 erano presenti anche lavoratori di Pessano e Legnano. Con loro anche il sindaco di Cesano Maderno Maurilio Longhin