Burago Molgora, ultimatum della Presezzi ai sindacati: l’accordo il 20 o salta tutto

Il futuro della Franco Tosi di Legnano resta appeso a un filo dopo le nuove richieste dei sindacati. Il titolare della Presezzi di Burago ha messo l’aut aut: o si raggiunge l’accordo di vendita entro il 20 maggio, oppure non se ne fa niente. Sul tavolo il fallimento e la disoccupazione per 350 lavoratori della Tosi.
Burago Molgora, ultimatum della Presezzi ai sindacati: l’accordo il 20 o salta tutto

Il futuro della Franco Tosi di Legnano resta appeso a un filo dopo le nuove richiesta da parte dei sindacati che hanno rimesso in discussione l’accordo che sembrava ormai raggiunto. Lunedì nuova assemblea dei lavoratori, ma il titolare della Presezzi di Burago, che ha avanzato l’offerta di acquisto, ha messo l’aut aut: o si raggiunge l’accordo entro il 20 maggio, oppure non se ne fa niente. Sul tavolo il fallimento e la disoccupazione per 350 lavoratori.

Sono andati avanti a trattare fino alle 2 di notte. Ma alla fine l’accordo per il passaggio della Franco Tosi di Legnano alla Bruno Presezzi di Burago Molgora non c’è stato. Sono state confermate le norme dell’accordo siglato con Fim ( Cisl) e Uilm e anche le integrazioni allo stesso apportate quando al tavolo della trattativa si è seduta anche la Fiom. Le assicurazioni sul piano industriale di cinque anni, la garanzia del mantenimento a Legnano, il mantenimento del trattamento economico e dell’anzianità, la garanzia del massimo risarcimento in caso di licenziamento ingiustificato non sono bastate a mettere la parola fine all’estenuante trattativa tra i sindacati e la proprietà dell’impresa brianzola per trovare una intesa e far ripartire la gloriosa Franco Tosi.

Era stato trovato un modo anche per superare l’ultimo scoglio, la richiesta dei metalmeccanici della Cgil che fossero evitati i licenziamenti per cinque anni: l’azienda,nel caso in cui venisse presa in considerazione l’ipotesi di tagli, non agirebbe in modo unilaterale, ma avrebbe sentito le parti. Niente da fare: sono state avanzate altre richieste.

A raccontarle è il commissario Andrea Lolli, chiamato a gestire la fase di amministrazione straordinaria dell’azienda. In un comunicato, infatti, spiega che le organizzazioni dei lavoratori «hanno avanzato ulteriori richieste per la conservazione, anche dopo il passaggio alle dipendenze dell’acquirente, dei trattamenti normativi derivanti da accordi aziendali risalenti agli anni 70 e 80, quali l’orario di lavoro ridotto per i turnisti, flessibilità di un’ora e mezza in entrata per gli impiegati, permessi retribuiti per funerali e visite mediche, tolleranza nei ritardi, maggiorazioni notturne superiori al contratto nazionale, riduzioni di orario maggiori di quelle contrattuali».

Risultato: negoziato sospeso per l’ennesima volta e apertura della procedura di licenziamento collettivo prevista dalla legge in seguito al mancato raggiungimento dell’intesa. I sindacati hanno convocato una assemblea dei lavoratori per lunedì mattina, mentre nel pomeriggio il commissario ha convocato nuovamente le parti.

«La situazione è davvero appesa a un filo» spiega Alberto Presezzi, presidente della Bruno Presezzi che ha posto come punto di non ritorno il 20 maggio, mercoledì: se non ci sarà un accordo l’offerta d’acquisto verrà ritirata e con essa anche le commesse di lavoro che l’impresa brianzola aveva già girato all’azienda legnanese.

Dopo di che non resterà altro da fare che dichiarare il fallimento dell’azienda e il licenziamento dei 350 dipendenti . Per evitare la disfatta ci sono ancora poche ore, quelle che separano dall’assemblea di lunedì e dall’incontro con il commissario. Probabile che il negoziato continui sotto traccia: 350 persone e le loro famiglie aspettano di sapere se avranno ancora un lavoro.