Artigiani, il riscatto del 2021: prospettiva del +5,2% in Lombardia entro fine anno

Le proiezioni di crescita sono positive per le regioni italiane nel settore artigiano: in Lombarda atteso il +5,2% entro la fine dell’anno.
MONZA ARTIGIANI AREA EX SINGER
MONZA ARTIGIANI AREA EX SINGER Fabrizio Radaelli

Emerge un quadro positivo dal quarto focus relativo alle stime sulla ripresa 2021 e sull’impatto del Pnrr sull’economia del territorio effettuato dall’Osservatorio Economia e Territorio per Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa) Lombardia, Cna Veneto e Cna Emilia Romagna. Le proiezioni per il 2021 mettono il segno positivo a tutte le principali regioni europee, ma le prospettive di crescita sono migliori per quelle regioni nelle quali la recessione del 2020 è stata più significativa.

Tra queste vi sono Lombardia (+5,2%), Emilia Romagna (+5,8%), Veneto (+5,8%), nonché le principali regioni spagnole. Diversamente, le regioni tedesche, meno colpite dalla crisi Covid del 2020, non vanno oltre il 3,5% di segno positivo. Inoltre Lombardia, Emilia Romagna e Veneto rappresentano insieme il 41% del PIL italiano. Un sistema che vale il 54% dell’export nazionale, il 37% dell’occupazione, il 32% delle imprese. Guardando in modo più specifico in casa nostra, la ripresa riguarda anche i consumi delle famiglie lombarde. Secondo le proiezioni 2021, la crescita dovrebbe essere intorno al 3,4% rispetto alla perdita dell’11% riscontrata nel 2020. Un dato che è esattamente in linea con la dinamica nazionale che dovrebbe attestarsi attorno al +3,3%. Emilia Romagna e Veneto segnano, invece, un segno positivo rispettivamente del 3,5% e 3,9%.

Rispetto alle previsioni di qualche mese fa che parlavano di una ripresa degli investimenti lombardi per il 2021 vicina al 10%, oggi il numero è sensibilmente cresciuto e arriva a +15,6%. Una percentuale che è superiore alla media nazionale ferma al 15,2% e che stacca di gran lunga quella negativa del 2020 dove si era registrato un -8,9%. Meglio della Lombardia si prevede faranno Emilia Romagna (+18,1%) e Veneto (16,2%). In Lombardia migliora anche il numero delle imprese attive sul territorio. Dopo il -0,4% del 2020, a maggio 2021 si verifica un incremento dello 0,9%, un dato superiore anche al +0,4% della media nazionale e al +0,3% di Emilia Romagna e Veneto.

Appare in netta ripresa l’export. Nel primo trimestre 2021 le esportazioni lombarde fanno segnare un +3,5%, leggermente inferiore alla media italiana (4,6%) e non come Emilia Romagna (6,1%) e Veneto (4,9%), ma pur sempre in ripresa. Per quanto riguarda il Pnrr, la quota di risorse ipoteticamente da allocare in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna ammonterebbe, nell’intero periodo 2021-2026, a circa 65 miliardi di euro, pari al 27,6% del totale. In particolare, la quota di risorse spettanti alla nostra regione sarebbe di 35,2 miliardi di euro, stanziamenti che equivalgono all’8,8% del Pil della Lombardia.

«Il Pnrr è un’occasione storica -ha commentato il presidente di Cna Lombardia Daniele Parolo- Non dobbiamo fare l’errore di puntare solo sulla mera redistribuzione delle risorse. Dobbiamo investire per un incremento strutturale della competitività e dei fondamentali. La Lombardia ha pagato al Covid un prezzo altissimo, lasciando per strada il 9,4 % del Pil. La Regione avrà un compito di regia cruciale e Cna sarà al fianco di tutte le autonomie locali per definire i migliori target di investimento».

Aggiunge il segretario regionale Cna Stefano Binda: «Se guardiamo all’impianto del Pnrr capiamo almeno due cose: la prima è che il 40% delle risorse complessive andrà al Mezzogiorno d’Italia per cercare di ricomporre una frattura storica di coesione sociale e competitività fra Nord e Sud del paese. La seconda è che Lombardia, Emilia Romagna e Veneto non possono perdere il treno e il cuore dell’Europa, in particolare il passo della locomotiva tedesca. Questi tre territori insieme disporranno di circa 65 miliardi di Pnrr. Noi pensiamo che se queste risorse andranno a beneficio delle micro e piccole imprese il volume di investimenti generato e i benefici occupazionali e sociali di questa grande operazione saranno grandissimi”.