Vittima del coronavirus: «Ricordate mio papà che amava stare con le persone»

Giovanni Maggioni a Monza era Magiùn legnamè e ha lavorato nelle case di mezza città. Lo racconta la figlia: se ne è andato a 84 anni per le conseguenza della positività al coronavirus.
Monza, Maggioni
Monza, Maggioni

“Buongiorno, penso che sarebbe bello che un giornale come il vostro rendesse omaggio alle persone decedute, anche solo con poche righe. Non possiamo fare i funerali e sarebbe bello rendere omaggio alle persone che non ce l’hanno fatta”.

Silvia Maggioni ha ragione: sono in tanti, troppi, quelli che stanno pagando l’epidemia di coronavirus. Come sua padre, Giovanni Maggioni, che in tanti hanno avuto l’occasione di conoscere (e apprezzare) a Monza dove per mezzo secolo ha fatto il falegname.

«Ha lavorato nelle case di mezza città, lui era “Magiùn legnamè” – racconta la figlia – Era un grande giocatore di scala 40, era una persona socievole, parlava sempre con tutti, amava stare con le persone. Il suo lavoro era la sua passione, era un artista del legno. Ha sempre lavorato duramente perché non voleva “far mancare niente” alla sua famiglia» ed era legatissimo alla nipotina Rebecca. Ed era orgoglioso della figlia, laureata in economia, la prima in famiglia. «A tutti diceva “l’è duturesa”».

Giovanni Maggioni aveva 84 anni: era stato ricoverato il 12 marzo, si è spento il 16. Tra le persone, racconta la figlia, che «se ne sono andate in silenzio».