Vimercate, tutto da rifare per l’area dell’ex ospedale: nessuna proposta dai privati

Nuovo stallo per l’iter di approvazione definitiva del programma integrato d’intervento per la riqualificazione dell’ex ospedale, dal 2009 in attesa di recupero. La proposta progettuale, a firma degli operatori proprietari delle aree (tra i quali l’azienda ospedaliera), attesa entro il 28 febbraio non è mai arrivata a palazzo Trotti e alla giunta Sartini non è rimasto che chiudere formalmente il procedimento urbanistico.
L’ex ospedale di Vimercate
L’ex ospedale di Vimercate

Nuovo stallo per l’iter di approvazione definitiva del programma integrato d’intervento per la riqualificazione del centralissimo comparto ex ospedale, dal 2009 in attesa di recupero. La proposta progettuale, a firma degli operatori proprietari delle aree (tra i quali l’azienda ospedaliera), attesa entro il 28 febbraio non è mai arrivata a palazzo Trotti e alla giunta Sartini non è rimasto che chiudere formalmente il procedimento urbanistico, iscritto nell’originaria cornice disegnata ormai dieci anni fa dalla giunta Brambilla. Eterno tasto dolente della questione il poco appetibile valore economico del pacchetto urbanistico sul piatto, soprattutto per l’azienda ospedaliera, proprietaria di circa metà della superficie interessata e dalla cui vendita ha sempre contato di recuperare i 20 milioni di euro iscritti nel piano finanziario del nuovo ospedale e anticipati in bilancio regionale a suo tempo.


Per il sindaco Francesco Sartini questo «non è un ritorno al punto zero» bensì un utile punto a capo per resettare la scena, ripartire dalle rifiniture urbanistiche apportate in questi ultimi tre anni e attendere che gli operatori presentino una nuova proposta progettuale. Impossibile, in ogni caso, che dopo un cammino di tre anni condiviso dal governo pentastellato con gli operatori, questo ultimo passaggio andato deserto non abbia lasciato quantomeno attoniti i piani alti di palazzo Trotti.

«Certo, ma il problema di equilibrio economico riemerso deriva da una sorta di vizio di origine che condiziona, proprio sotto il profilo della sostenibilità economica, questa operazione e che è ascrivibile alla precedente amministrazione –spiega Sartini- La convenzione che sottende questo intervento rimandava a successivi accordi per definire l’equilibrio economico dell’operazione, un vuoto che ha condizionato profondamente l’iter a venire. Il documento lasciato in eredità dalla giunta Brambilla, sul quale ci siamo trovati a lavorare, era una sorta di proforma, carente proprio di quella valutazione economica che avrebbe invece dovuto essere fatta subito».

Secondo lo studio commissionato dai pentastellati al Politecnico di Milano, rivela Sartini, il valore economico del piano adottato dalla giunta Brambilla era di 4,2 milioni di euro, «quotazione che sale nelle due soluzioni progettuali arricchite con le nostre osservazioni in questi ultimi tre anni, rispettivamente a 8,7 milioni di euro (opzione a oggi privilegiata da azienda ospedaliera e Regione) e a 10,2 milioni di euro, range confermato nella stima dall’Agenzia delle Entrate», aggiunge il sindaco. Cifre comunque ancora molto lontane dalle pretese economiche di Regione. Come pensare che dagli operatori, su questa base, potrà arrivare una nuova proposta da portare in Consiglio comunale? «Sicuramente il mercato impone una revisione al ribasso – ammette il primo cittadino- ma sono intervenuti elementi di novità nel frattempo con il nuovo direttore generale dell’azienda ospedaliera che, in alcuni recenti incontri, ha espresso la volontà di rivedere la scelta iniziale, di orientarsi sulla soluzione progettuale da 10,2 milioni di euro».

Pensa di riuscire ad avviare la riqualificazione del comparto ex ospedale entro la fine del mandato, nel 2021? «Dovremmo farcela. Vorrei perlomeno lasciare una situazione chiara, pulita e sostenibile per chiunque arriverà ad amministrare».