Vimercate, Amatetti lascia (in polemica) il consiglio comunale e i 5 Stelle: «Non ho tempo da perdere»

«Ho lavorato con il sindaco Francesco Sartini, ma alla fine lui decide molto spesso da solo sulle cose importanti e ti lascia invece scegliere sulle cose minime. Il Movimento è diventato autoreferenziale e intransigente»

Carlo Amatetti lascia il consiglio comunale e i 5 Stelle di Vimercate. Il consigliere, ormai ex pentastellato, nei giorni scorsi ha ufficializzato la sua uscita di scena dal movimento che aveva contribuito a fondare in città lanciando i primi Meet-up.

I motivi, come ha spiegato lo stesso Amatetti, titolare di una casa editrice, sono politici. «Il M5S è stata la mia “casa” politica per quasi un decennio, io che per anni non ero riuscito a farmene piacere una per più di una tornata elettorale – dice – Ho persino messo le prime assi per il suo pied a terre a Vimercate, dove oggi il M5S amministra. Ma tutto ciò che inizia ha una fine, pare. Ancor più un movimento che, forse, nel suo Dna, aveva a conti fatti più uno scopo moralizzatore della politica che uno governista».

«Anche perché sembrerebbe proprio che i due scopi non possano proprio coesistere – prosegue il consigliere dimissionario, che ha avuto anche la delega al Commercio -. In questi anni ho lavorato con il sindaco Francesco Sartini, ma alla fine lui decide molto spesso da solo sulle cose importanti e ti lascia invece scegliere sulle cose minime. Mi è anche capitato di non essere convocato a riunioni sul Commercio locale per le quali avevo la delega. Io non ho tempo da perdere, ho da mandare avanti una casa editrice».

Non manca poi uno sguardo sulle questioni nazionali: «Il declino del Movimento ha seguito traiettorie parallele a livello locale e nazionale, con un crescendo di autoreferenzialità e di intransigenza che ha svuotato di entusiasmo, e, soprattutto, di competenze, le schiere di chi voleva solo dare il proprio contributo – prosegue l’ex Cinque Stelle -. Gli spazi per un dibattito interno sono via via scomparsi e l’intransigenza che un tempo era riservata al rispetto dei valori fondanti del movimento è diventata intransigenza verso coloro che hanno inteso difenderli. Cosa che ha comportato, per questi ultimi, mobbing a livello locale ed espulsione a livello nazionale. Pene diverse, medesima filosofia. Della serie: non si parla al conducente neppure per dirgli che sta andando a sbattere».

Ora al posto di Amatetti in questi ultimi mesi di legislatura potrebbe entrare in consiglio comunale il primo dei non eletti, Francesco Terziani.