Villasanta si tiene l’ecomostro e non avrà (forse) i soldi delle assicurazioni

Le assicurazioni si oppongono alla richiesta del Comune di Villasanta: niente soldi delle fidejussioni per l’ecomostro mai completato a Sant’Alessandro. Oltre a tenersi l’edificio mai ultimato, il Comune non avrebbe così i soldi per costruire le palestre pubbliche previste dal progetto.
L’ecomostro di Villasanta
L’ecomostro di Villasanta

Doccia gelata sulla città: le assicurazioni negano la fideiussione che avrebbe dovuto garantire nell’area nord una nuova palestra pubblica. Niente da fare, le resistenze non erano attribuibili al gioco delle parti, la verità è che Allianz Assicurazioni e Vittoria Assicurazioni, due colossi del settore, sostengono di non dover pagare 3 milioni 200mila euro di fideiussione per l’area dell’ecomostro. E nei giorni scorsi hanno presentato un ricorso all’ingiunzione di pagamento del Comune. La faccenda avrebbe una ricaduta pesante sulla città perché senza quella cifra difficilmente le case comunali troveranno le risorse per realizzare una palestra nuova e per riqualificare piazza Sant’Alessandro.

I due interventi dovevano essere realizzati dal privato che ha avviato il cantiere come opere di urbanizzazione. La fideiussione doveva servire proprio a indennizzare l’ente pubblico in caso di insolvenza del privato. Il costruttore, una controllata della Gimal di Vimercate, è finito in concordato preventivo, lasciando il famigerato cantiere dell’ecomostro a metà. Il quadro sembrerebbe proprio essere quello dell’insolvenza oltre i termini della convenzione, eppure le assicurazioni si tirano indietro. Il passaggio che giustificherebbe le loro posizioni non è ancora chiaro. I documenti sono nelle mani dell’ufficio tecnico che sta cercando di decifrare le affermazioni di Allianz e Vittoria per capire su che piano combattere. Inevitabile chiamare in causa una squadra di legali che prendano in mano la questione cercando di approdare a un lieto fine. Un fatto è certo: la procedura, indipendentemente dall’esito in giudizio, avrà per il Comune un costo molto pesante sia in termini economici che in termini di tempo.

Il comparto era in origine di proprietà della parrocchia che ne ottenne il cambio di destinazione in residenziale oltre 10 anni fa e che vendette poi alla immobiliare della Gimal per diversi milioni di euro.

L’acquirente trattò con l’amministrazione comunale per realizzare un Programma integrato d’intervento che doveva portare in via Fieramosca-via Da Vinci un residence, un hotel, un centro acquatico con piscina e spa, verde pubblico, qualche negozio e la palestra pubblica da cedere al Comune. Qui si sperava di collocare prioritariamente la Robur et Virtus, priva di una palestra dove allenarsi. Con il passare degli anni, la crisi e gli abusi edilizi commessi dal privato sulle altezze dell’hotel, la situazione di è complicata. Ci si è messo pure Acquaword di Concorezzo a compromettere il progetto costringendo costruttore e amministrazione comunale a depennare dai disegni il centro acquatico. L’hotel e il residence invece dovevano trainare l’intero progetto rivolgendosi soprattutto al bacino del turismo di lavoro. Occasione d’oro doveva essere l’Expo 2015, ma per quel periodo la crisi aveva già messo in ginocchio l’impresa e tirato una riga sul futuro dell’area nord e sulla palestra. Restava come ultima spiaggia l’escussione della fideiussione.