Villa reale di Monza: una mozione della Lega in Regione per chiedere gli arredi finiti al Quirinale

Non è la prima volta, probabilmente non sarà l’ultima, ma intanto c’è: una mozione di Corbetta (Lega) in Regione chiede alla giunta regionale di tornare a chiedere al Quirinale gli arredi di Villa reale trasferiti un secolo fa.
Il consigliere regionale Alessandro Corbetta (Lega)
Il consigliere regionale Alessandro Corbetta (Lega)

Se i precedenti non mentono, la richiesta non avrà gambe lunghissime. Ma il consigliere regionale della Lega Alessandro Corbetta ci prova lo stesso: chiedere al Quirinale di restituire gli arredi della Villa reale di Monza trasferiti all’inizio del Novecento, dopo il regicidio, a Roma. Nel palazzo che sarebbe poi diventata la casa del presidente della Repubblica.

Corbetta lo ha fatto nei giorni scorsi con una mozione rivolta alla giunta lombarda perché si attivi con il governo e con la presidenza stessa. «So perfettamente che i tentativi di restituzione svolti negli ultimi decenni non sono andati a buon fine, ma questa è una battaglia da continuare perché quegli arredi appartengono alla Reggia e devono tornare a Monza» dice il consigliere, spinto anche dal ritorno nelle mani pubbliche della Villa la scorsa settimana. «Regione Lombardia può mettere in campo tutto il suo peso e contiamo sui rapporti di amicizia che intercorrono tra il presidente Fontana e il presidente Mattarella» aggiunge il leghista che ha anche riferito di avere allargato il raggio proponendo una ricognizione degli arredi presenti alla Camera dei deputati e nelle altre sedi di rappresentanza istituzionale in cui è presente materiale storico della Reggia: da alcuni anni il Centro documentazione residenze reali sta già eseguendo quell’indagine, peraltro. «Riaverli darebbe un impulso importante e concreto alla rinascita della Reggia, anche a seguito del ritorno in mani pubbliche dell’intero complesso del Piermarini», conclude Corbetta.

Tra le ultime volte in cui se n’era parlato, c’era stato anche il tentativo di Massimiliano Longo, oggi assessore e allora nel cda della Reggia. Era il 2015. «Muovendomi non solo nelle vesti di semplice cittadino, ma di membro del consiglio di amministrazione – aveva detto allora -. Un ruolo istituzionale che non può rimanere inascoltato». Non era stato fortunato.