Villa reale di Monza: ecco i giardini della Versailles perduta

Nuovo bando della prefettura per la gestione dell’accoglienza dei profughi nel territorio: la gara prevede che Monza e Brianza potranno ospitare fino a 1.700 migranti. Il servizio vale più di 14 milioni di euro.
Una ricostruzione dei giardini della Villa reale
Una ricostruzione dei giardini della Villa reale

Gli indizi c’erano da tempo: un acquarello dell’Albertolli con una vista sui giardini reali, il ritratto ufficiale di Eugenio di Beauharnais a Monza con una maestosa scalinata sullo sfondo, due quadri di Martin Knoller apparsi ad un’asta di Cristie’s solo nel 1998 con una veduta inusuale dei giardini della reggia.

Solo ora però c’è la certezza che i giardini reali, così come li aveva disegnati Giuseppe Piermarini, non sono giardini “all’inglese” come fino ad oggi si è creduto. A Monza l’architetto di Foligno aveva previsto di realizzare per l’Arciduca Ferdinando, una piccola Versailles con parterre fioriti, vasi d’agrumi, un labirinto, il roccolo e un giardino lunare.

Fino ad oggi si pensava che quei disegni conservati nel Fondo Piermarini di Foligno fossero rimasti solo sulla carta e che le tavole, conosciute come “tavole di Vienna” fossero di “progetto” e non “riproducessero” invece una realtà esistente. A confermare l’esistenza di questi giardini fino ad oggi sconosciuti che ben poco hanno a che vedere con quelli realizzati da Luigi Canonica in epoca napoleonica, c’è un promemoria del 1784, ritrovato all’archivio di Stato di Modena, in cui l’Arciduca Ferdinando scrive al fratello Giuseppe, Imperatore, in cui elenca i lavori eseguiti per i giardini di Monza e vi allega una pianta.

Una scoperta affascinante che ha appassionato negli ultimi cinque anni Pier Luigi Tagliabue, 87 anni, patriarca della famiglia di petrolieri monzesi , da sempre appassionato di storia locale. Con un gruppo di studiosi, tra cui l’ex funzionario della Soprintendenza Marina Rosa, responsabile scientifico di uno studio proprio sui Giardini reali, sta preparando un libro con allegato un dvd con la riproduzione in tre dimensioni di come dovevano apparire i giardini agli occhi della coppia arciducale. «In questi anni – spiega Tagliabue – ho letto il diario di Giacomo Mercoli a cui Piermarini aveva dato l’incarico di realizzare sei incisioni dedicate alla villa e giardini, poi ho incrociato i dati con i registri di cassa dove si trova di tutto: l’arrivo di piante d’agrumi dalla Liguria, Carpini dalla montagna, le spese per una giostra, per le statue della fontana, l’acquisto di una barca per navigare sul Naviglio».

L’altro documento fondamentale è la lettura della Gazzetta Universale dal 1777 al 1791 con tutti i fatti relativi alla Villa di Monza. Dall’inaugurazione il 18 aprile 1782, con Granduca di Russia e la moglie Sofia Dorotea di Wüttemberg, alla partenza di Ferdinando a Versailles per far visita alla sorella Maria Antonietta. «A Monza Piermarini aveva realizzato due giardini – spiega Marina Rosa – un giardino superiore con parterre fioriti e una maestosa scalinata, con statue e una grande fontana e un giardino inferiore dove scorreva un “Naviglio” che culminava in un lago di forma circolare. Per anni leggendo di questo lago si è erroneamente creduto fosse l’attuale laghetto». Lo studio fa emergere l’amore di Ferdinando per la botanica e per questi giardini che accresce ed abbellisce fino al 1791. Nel 1786, dopo il viaggio a Versailles, accompagnato dall’amico e botanico Ercole Silva acquista a Monza altri terreni verso il Santuario delle Grazie e realizza “la mandria”, un piccolo villaggio agreste sul modello dell’hameau de la reine di Maria Antonietta. «Alla luce di queste novità –conclude Tagliabue- sarebbe bello poter effettuare delle prospezioni archeologiche per vedere quanto è rimasto dell’impianto». Un’ipotesi che Lorenzo Lamperti, direttore del Consorzio prenderà in considerazione: «I giardini sono la nostra priorità, abbiamo ripulito dopo 40 anni di abbandono il sistema delle rogge che alimentano il laghetto e per il primo giorno di primavera inaugureremo il sistema di giochi d’acqua del Piermarini e una app per la visita del parco».