Villa reale di Monza chiusa, lettera aperta dei lavoratori: «Sindaco, ci siamo anche noi»

La parte di Reggia affidata al concessionario è chiusa da 144 giorni, 65 dopo la riapertura. E i lavoratori della Villa reale scrivono una lettera aperta al sindaco, pubblicata attraverso il Cittadino: «Sindaco Allevi, ci siamo anche noi».
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Monza Villa Reale Fabrizio Radaelli

Sono passati 144 giorni dalla chiusura della Villa reale per Covid, come tutta la nazione: era l’8 marzo, la data del lockdown. Ma ne sono passati 65 dalla fine della chiusura: tanto tempo. E la Villa reale (salvo gli appartamenti dei Savoia), resta chiusa. Tra il pubblico e il privato in lite, ci sono i dipendenti di Nuova Villa reale spa. Che hanno mandato al Cittadino questa lettera-appello.

“Egregio sindaco di Monza,
speriamo che nel momento in cui riceve questa lettera lei possa avere passato i mesi difficili della pandemia riuscendo ad affrontarli al meglio.

Come sicuramente sa, la Villa reale di Monza, gioiello del Piermarini, donata dal popolo e dal parlamento ai reali d’Italia nel 1868 è caduta nuovamente all’interno di spiacevoli dinamiche prettamente burocratiche tra l’amministrazione pubblica e la gestione privata. Le scriviamo in qualità di dipendenti che hanno sempre creduto in questo progetto, che lavorano dal 2014 con l’obiettivo di divulgare la storia e la cultura di questo patrimonio della città.

Da sempre la Villa reale rappresenta il simbolo dell’unità nazionale in cui tutti cittadini monzesi, d’Italia e dell’Europa riconoscono il valore delle arti, della letteratura e della poesia, della musica, dello sport e dello spettacolo, della ricerca e delle nuove tecnologie.

Sarebbe bello, signor Sindaco, se per un attimo si abbandonassero i dissapori politici e provassimo a trovare una soluzione a questa situazione stagnante che penalizza noi lavoratori, ma anche il “simbolo identitario” della città stessa.

Dopo 120 anni dalla morte del Re, l’ennesimo colpo al petto, ma questa volta a noi tutti cittadini di Monza. In questi giorni sta emergendo, sotto gli occhi di tutti, il senso dell’impotenza e del fallimento di un progetto condiviso. Se la regina Margherita potesse vedere questa situazione, probabilmente direbbe che è un vero peccato che il simbolo dell’unificazione dell’Italia possa ritrovarsi per l’ennesima volta chiuso per un lutto socio-politico.

Nutriamo la speranza che la Villa si possa riaprire, con un nuovo programma e un chiaro progetto integrato tra pubblico e privato come storicamente la Reggia ci ha insegnato. Riprendendo le intenzioni delle parole della regina Margherita, “questa è casa nostra veramente”, il compito di sviluppo a cui siamo tutti chiamati è intimamente legato ai valori dell’accoglienza, dell’apertura, del dialogo, della ricerca e dell’innovazione, ma anche dell’incontro, della condivisione e della progettualità. Valori che da sempre caratterizzano la nostra identità, di lavoratori e di cittadini.

Queste poche righe, signor Sindaco, non servono a dare colpe, ma piuttosto a dire “ci siamo anche noi”, che ci siamo sempre stati e abbiamo sempre creduto attivamente a questo progetto-simbolo della città di Monza”.