Vende droga e poi violenta ragazza di Meda: condannato spacciatore di Seveso

Violentata dall’uomo che le forniva la cocaina. Un incubo impossibile da dimenticare, per una ragazza di Meda che, all’epoca del fatto, aveva solo diciannove anni. E che ora ha avuto una prima risposta della giustizia, con la condanna ad otto anni di reclusione pronunciata dal tribunale di Monza nei confronti del 32enne Said A.O., marocchino
L’ingresso del tribunale di Monza
L’ingresso del tribunale di Monza

Violentata dall’uomo che le forniva la cocaina. Un incubo impossibile da dimenticare, per una ragazza di Meda che, all’epoca del fatto, aveva solo diciannove anni. E che ora ha avuto una prima risposta della giustizia, con la condanna ad otto anni di reclusione pronunciata dal tribunale di Monza nei confronti del 32enne Said A.O., marocchino, ufficialmente senza fissa dimora ma con un domicilio a Seveso. La sentenza, che di fatto ha accolto la richiesta di condanna avanzata dal pubblico ministero Alessandro Pepè, è stata pronunciata dal collegio presieduto dal giudice Giovanni Gerosa.

A distanza di più di 4 anni dai fatti contestati. Da quando, cioè, l’imputato e la parte offesa trascorrono una serata assieme in una camera d’albergo a Seveso. Tra i due, secondo quanto ricostruito, c’è più un rapporto di conoscenza legato alla droga. Il nordafricano – è emerso – è lo spacciatore che fornisce di solito la coca alla ragazza, una ragazza allo sbando, nonostante la giovane età. Quella sera l’uomo avrebbe preteso da lei un rapporto sessuale, facendole notare che spesso lui le regalava la sostanza stupefacente. A quel punto sarebbe avvenuto l’abuso, dopo che, insieme, avevano assunto droga. La giovane non denuncia subito, ma poco tempo dopo il fatto, racconta quanto accaduto ai responsabili di una comunità che la ospita. La querela viene presentata dopo diversi mesi.

Gli inquirenti, e così anche i giudici, hanno ritenuto credibile il racconto della vicenda che, comprensibilmente, l’ha provata molto dal punto di vista emotivo e psicologico. L’uomo si è difeso, sostenendo che si trattava di un rapporto tra persone consenzienti, come peraltro sarebbe avvenuto in altre occasioni. Il tribunale ha stabilito un risarcimento provvisionale immediatamente esecutivo di 10mila euro a favore della medese, oggi 23enne.