Veduggio: vuole patteggiare l’ex direttore delle Poste che fece sparire 650mila euro dei clienti

Richiesta di patteggiamento per l’ex direttore dell’ufficio postale di Veduggio con Colzano che sta rispondendo in tribunale a Monza in particolare di peculato e truffa.
BRIANZA VEDUGGIO CON COLZANO ufficio postale in centro
BRIANZA VEDUGGIO CON COLZANO ufficio postale in centro

Richiesta di patteggiamento a due anni e otto mesi per l’ex direttore dell’ufficio postale di Veduggio con Colzano che sta rispondendo in tribunale a Monza in particolare di peculato e truffa. In udienza preliminare la Procura di Monza e la difesa dell’imputato, 57 anni, hanno raggiunto un accordo di patteggiamento sul quale dovrà poi pronunciarsi il Giudice di Udienza Preliminare a febbraio. Secondo la ricostruzione della Pubblica Accusa l’ex direttore dell’ufficio postale di Veduggio si sarebbe appropriato, nella propria qualità di dirigente dell’ufficio, di oltre 650.000 euro avendo la disponibilità di “denaro e titoli”.

In questa brutta faccenda sono state beffate diverse persone: si parla complessivamente di oltre una trentina di parte offese. Una trentina di correntisti dell’ufficio postale che avrebbero subito prelevamenti non autorizzati di consistenti somme di denaro. Secondo la Procura il direttore dell’ufficio avrebbe effettuato “prelevamento abusivo, per lo più avvalendosi di un illecito riempimento di fogli firmati in bianco o comunque con falsificazione di firme, da correnti postali di ignari intestatari”.
Avrebbe, inoltre, “sollecitato operazioni di rimborso di Buoni Fruttiferi Postali e di altri titoli di risparmio seguite da atti di disposizione, da lui gestiti, delle relative somme, a volte per importi inferiori a quelli spettanti, con trattenimento della differenza, avvenute nella totale inconsapevolezza dei titolari”. L’ex titolare dell’ufficio postale avrebbe agito anche attraverso la liquidazione di polizze vita effettuate senza la volontà dei sottoscrittori del documento e la sottoscrizione di Buoni fruttiferi cartolari con l’aiuto di una documentazione contraffatta “ o comunque alterata o attraverso la simulazione di sottoscrizione. Sempre secondo la ricostruzione i fatti oggetto di contestazione in tribunale davanti al giudice di Monza risalgono al periodo compreso tra il 2013 e il mese di aprile del 2016. In circa tre anni l’imputato avrebbe messo insieme un bel “tesoretto”. Il colpo più consistente è stato messo a segno ai danni di una signora di 61 anni residente in Sicilia dal cui conto corrente avrebbe fatto sparire 80.000 euro. Tra le parti lese c’è anche Poste Italiane.