Variante taglia-cemento per la Brianza: «Ma Monza ha già dato»

La giunta Allevi di Monza e l’ex amministrazione di Scanagatti di fronte alla variante tagli-cemento del Ptcp della Brianza: «Monza ha già dato, è un comune virtuoso».
La presentazione della variante in consiglio provinciale. Al centro Riccardo Borgonovo
La presentazione della variante in consiglio provinciale. Al centro Riccardo Borgonovo Fabrizio Radaelli

Operatori immobiliari e proprietari di terreni possono dormire sonni tranquilli ancora per qualche anno: a Monza non ci sono riduzioni in vista sulle previsioni di edificazione sulle aree non urbanizzate. I tagli al consumo di suolo imposti dalla variante al Piano territoriale di coordinamento brianzolo adottata dal consiglio provinciale la scorsa settimana per il momento non dovrebbero riguardare la nostra città.

Se, al termine dell’iter che potrebbe concludersi a dicembre, la versione aggiornata del Ptcp sarà approvata senza modifiche in Brianza entro il 2025 dovrebbero essere cancellati 4.153.000 metri quadri inseriti dai 55 comuni negli ambiti di espansione: il 45% della sforbiciata dovrebbe riguardare le costruzioni residenziali e il 40% gli immobili destinati ad altre funzioni. Il colpo di spugna complessivo dovrebbe salire, però, al 55% rispetto alle previsioni nel “quadro ambientale” 6 formato da Monza, Brugherio, Lissone e Vedano in cui l’indice di urbanizzazione globale, che ha oltrepassato il 65%, ha raggiunto un livello molto critico

I politici locali, però, frenano sull’impatto che le indicazioni che arrivano dalla Provincia potrebbero avere sull’avvio di nuovi progetti in città: «Monza ha già dato – afferma l’assessore all’Urbanistica Martina Sassoli – il Piano di governo del territorio del 2017 ha recepito le direttive della Regione e ha tagliato del 75% le possibilità di espansione». Il consumo di suolo, aggiunge, dovrà essere ridotto nei centri in cui la pianificazione non è ancora stata limata e nell’elenco inserisce Lissone: «La Provincia – prosegue – dovrà tener conto dei pochi comuni virtuosi, tra cui il nostro. Stiamo dialogando per capire come muoverci: sarà, in ogni caso, la prossima amministrazione a doversi confrontare con il Ptcp in occasione della revisione del Pgt».

È sulla stessa linea l’ex sindaco democratico Roberto Scanagatti: «Il nostro Pgt – spiega – ha ottenuto il via libera dalla Regione. I tagli all’edificazione riguarderanno quei comuni con piani non coerenti con le prescrizioni del Pirellone: non dovranno, però, effettuarli subito ma nel momento in cui adegueranno i loro documenti urbanistici». I piani di governo del territorio, sulla carta, hanno una validità di cinque anni: quello monzese scadrebbe, quindi, nel 2022: è impensabile che l’attuale amministrazione avvii l’iter per la sua revisione generale dato che non ha ancora concluso quello per la variante normativa.

«La variante in corso – commenta il segretario cittadino della Lega Massimo Rossati – conferma le scelte cartografiche del Pgt adottato dall’amministrazione Scanagatti e facilita le strade per attuarlo eliminando alcuni vincoli che lo hanno frenato: nei prossimi anni a Monza dovranno essere recuperate le aree già consumate e si dovrà lavorare sulla rigenerazione urbana per soddisfare i bisogni della città». Di tagli, concorda con l’assessore e l’ex primo cittadino, per ora non se ne parla: «La prossima giunta – riflette – in sede di variante generale dovrà capire come muoversi e comprendere come è stato calcolato il consumo di suolo nel piano provinciale» dato che nei documenti anche il Parco rientra tra le aree urbanizzate.