Vanno all’esame per la patente a Monza con telecamerine e auricolari: beccati

Dovranno rispondere dell’accusa di truffa aggravata i due giovani nati in Egitto che al mattina di mercoledì 23 giugno sono stati sorpresi a barare durante l’esame di scuola guida alla Motorizzazione civile di Monza.
Hanno operato gli uomini della Polizia di Sttao di Monza
Hanno operato gli uomini della Polizia di Sttao di Monza

Hanno tentato di passare l’esame teorico di scuola guida usando dei trucchetti tecnologici. Ma sono stati così maldestri da essere beccati subito. Dovranno ora rispondere dell’accusa di truffa aggravata i due giovani nati in Egitto che al mattina di mercoledì 23 giugno sono stati sorpresi a barare durante l’esame di scuola guida alla Motorizzazione civile di Monza.

A operare sono stati gli uomini della questura di Monza. Due agenti sono intervenuti, poco prima delle 10.30, nella sede della Motorizzazione su segnalazione dell’esaminatore che stava svolgendo il tradizionale esame scritto per il conseguimento della patente. Il professionista si era accorto che qualcosa non andava: alcuni candidati sotto esame per il conseguimento della patente “B” si comportavano in modo strano, compiendo degli”strani movimenti” con il proprio smartwatch e grattandosi spesso le orecchie.

Il funzionario, avvicinatosi al gruppetto per vedere meglio che cosa stesse accadendo, ha notato che i ragazzi avevano nelle orecchie degli auricolari di colore rosa. Da qui la chiamata alle forze dell’ordine. Sul posto è arrivata una volante della Polizia di Stato. I due egiziani, che nel frattempo erano stati pure bocciati per non aver raggiunto la sufficienza, sono stati fermati. Il primo aveva in tasca, oltre al proprio smartphone, uno smartawtch con telecamera, danneggiato e con i fili elettrici che penzolavano fuori, un paio di cuffie bluetooth e un micro auricolare rosa ancora dentro all’orecchio; il socio aveva anche lui addosso un telefono cellulare (del quale non conosceva però il codice di sblocco), uno smartwatch e un auricolare rosa, anche questo ancora dentro all’orecchio.

Il materiale, poi sequestrato, serviva probabilmente ai due per filmare con la telecamera dello smartwatch le domande d’esame per inviarle ai complici al di fuori della Motorizzazione che avrebbero poi provveduto a inviar le risposte corrette, suggerite poi attraverso gli auricolari.