Vaccinarsi a Monza è come un parto: nove mesi per un appuntamento

Ha scelto di vaccinare sé e la famiglia per la meningite. Ha chiesto un appuntamento a gennaio. È stata contattata a maggio. Sarà vaccinata a settembre. Succede a Monza.
Una vaccinazione
Una vaccinazione Fabrizio Radaelli

Potrei essere accusata di uso privato di mezzo pubblico, ma quanto è successo a me sta accadendo ad altre centinaia di persone che hanno richiesto alla Asst di Monza un appuntamento per la vaccinazione antimeningicocco C. Andiamo con ordine: i casi registrati tra la Lombardia e la Toscana hanno scatenato un po’ di allarme in famiglia e forse, più per tranquillizzare i nonni in ansia, mi deciso a metà gennaio ad attaccarmi al telefono per contattare il call center della Asst (San Gerardo).

Il primo giorno rinuncio all’impresa: dopo aver ascoltato tutta la play list dell’attesa in linea, capisco che non posso passare otto ore attaccata la telefono per non perdere la priorità acquisita. Il giorno successivo però la fortuna mi sorride: l’attesa è di venti minuti e la centralinista è preparata e cortese. Raccoglie con pazienza tutti i dati della mia famiglia che entra di diritto nelle famiglie numerose. La telefonata però non si conclude con un appuntamento: «Signora dovrà avere pazienza perché le vaccinazioni partiranno a febbraio e le richieste sono tantissime».

A quattro mesi da quella telefonata avevo ormai quasi perso le speranze quando lunedì trovo sul cellulare due chiamate da un numero di centralino. Nel pomeriggio vengo ricontattata ed è il call center del San Gerardo.

Anche in questo caso la centralinista è cortese e mi comunica la data dell’appuntamento che non è proprio dietro l’angolo: il 29 settembre tra le 9 e le 10 saremo vaccinati in cinque (il più piccolo per fortuna è già coperto), presso l’ufficio d’igiene di via De Amicis. Resto un po’ perplessa e domando se per caso recandomi in altri punti di vaccinazione della Brianza potrei avere una minore attesa: «A Brugherio – è la risposta- andrebbe al 28 ottobre». Seguono altre informazioni più tecniche: riceverò in serata una mail di conferma dell’appuntamento (ancora non è arrivata) e le indicazioni per effettuare il pagamento.

Anche sul metodo di pagamento c’è qualche sorpresa: al momento non c’è il Pos, quindi niente bancomat e niente bonifico bancario, ma solo bollettini postali, uno per ogni persona da vaccinare, da pagare prima della vaccinazione portando con sé la ricevuta. «Per settembre però –mi dice speranzosa l’addetta al call center- provi a passare da via De Amicis, magari il Pos è stato installato».

La situazione è nota al direttore generale della Asst di Monza, Matteo Stocco: «Le richieste sono state moltissime. Il problema non è stato tanto quello di recuperare una grande quantità di vaccini, quanto trovare il personale disponibile per effettuare le vaccinazioni». Quanto al pagamento Pos poche speranze: «Anch’io sono andato in posta – confessa Stocco- in Italia non può immaginare i tempi lunghi per attivare il pagamento bancomat e modificare un conto bancario dalla ex Asl alla Asst».