Un altro furto all’isola ecologica di Vimercate: danni e bottino da migliaia di euro

Ennesimo furto all’impianto di raccolta dei rifiuti ingombrati e speciali di Vimercate. Uno tra i peggiori sia per i danni subiti sia, soprattutto, per la quantità di materiali e attrezzi portati via dai ladri che se ne sono andati con un bottino di qualche migliaio di euro.
Vimercate, furti all'isola ecologica
Vimercate, furti all’isola ecologica Spinolo Massimo

E se questo furto è l’ennesimo che prende di mira l’impianto di raccolta dei rifiuti ingombrati e speciali di Vimercate, è stato però tra i peggiori sia per i danni subiti dalla struttura sia, soprattutto, per la quantità di materiali e attrezzi portati via dai ladri che se ne sono andati con un bottino di qualche migliaio di euro. Delinquenti che, a differenza di altre volte, si sono ben organizzati: non sono stati infatti i soliti disperati che, in pratica ogni giorno, appena chiude l’impianto scavalcano le reti per andare a rovistare nei cassoni e portare via a braccia quanti più materiali rivendibili possibile, soprattutto metalli e componenti elettronici, oltre a tutto ciò che possa avere un minimo di valore.

La scorsa settimana, subito dopo le 19.30 quando lungo la strada di Cascina Casiraghi che porta all’isola ecologica viene chiusa la sbarra per gli accessi carrabili, i malviventi, usando un flessibile, hanno segato l’ostacolo e si sono aperti il passaggio per avvicinarsi molto probabilmente con un furgone.
Hanno quindi scardinato il cancello e si sono serviti: hanno portato via il “transpallet”, il carrello mobile usato per spostare i cassoni, tutte le batterie e accumulatori al piombo raccolti, circa 200 pezzi dal valore medio di 5 euro l’uno, gli attrezzi da lavoro, dai martelli ai cacciaviti ai tagliatubi, i metalli raccolti, rame e ottone in particolare, oltre ai componenti di motori su cui si stava lavorando.

«E sono migliaia di euro, mille almeno gli accumulatori e altri 2 mila solo dei nostri materiali, oltre a tutti i danni da sistemare» faceva una prima stimavenerdì mattina Giuseppe Giunteri, il referente delle associazioni che gestiscono l’isola ecologica che oltre al bottino perso faceva i conti pure con la rabbia e la rassegnazione condivisa coi volontari che lavorano all’isola ecologica nel vedere ripetere per l’ennesima volta una razzia nel luogo in cui spendono tempo e impegno.

È da anni che la struttura, data in gestione dal Comune a 5 associazioni di volontariato locale che con questa attività autofinanziano i loro progetti sociali e solidali, è bersaglio di incursioni da parte di disperati alla ricerca di qualunque cosa che possa essere rivenduto a peso ma pure, ogni tanto, da razziatori di professione come l’altra sera. E tra i volontari però non si sa più cosa fare. Le denunce dai carabinieri formano quasi un’enciclopedia, l’unica telecamera presente non fa da deterrente, la vigilanza non c’è e «ormai non sono più cosa dire» conclude Giuseppe Giunteri prima di rimettersi al lavoro per risistemare tutto per l’ennesima volta.