«Trenord vuole chiudere anche le biglietterie delle stazioni di Seveso e Desio»

La denuncia arriva da un consigliere regionale del M5S: Trenord ha presentato un piano che prevede, oltre alla soppressione della biglietteria di Arcore dal primo aprile, la cancellazione anche dei punti vendita di Desio e Seveso.
La biglietteria chiusa della stazione di Arcore
La biglietteria chiusa della stazione di Arcore

Non c’è solo la biglietteria di Arcore che si avvia alla chiusura definitiva. Altri punti vendita di biglietti ferroviari delle stazioni brianzoli rischiano di essere chiusi da Trenord nella prima parte dell’anno. La denuncia arriva da Nicola De Marco, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle: «Dopo la recente chiusura delle biglietterie nelle stazioni di Coloziocorte, Sesto Calende, Tradate e Abbiategrasso, altri punti vendita rischiano a breve di dover chiudere. Trenord avrebbe infatti presentato alle organizzazioni sindacali un nuovo piano con un’ulteriore chiusura a partire dal primo aprile delle biglietterie di Arcore, Rovato, Vanzago, Malnate, Canegrate e Novate con undici persone da ricollocare e a partire dal primo maggio dei rivenditori nelle stazioni di Desio, Seveso e Stradella».

Al momento in Brianza si è avuta certezza solo della chiusura del punto vendita di Arcore, che ha causato anche la reazione stizzita del sindaco Rosalba Colombo che ha chiesto a Trenord di rivedere la decisione.

«Già nel 2018 è stata scongiurata la chiusura di 25 punti vendita, inclusi nel “Progetto New Deal” – prosegue De Marco -. L’assessore ai Trasporti Claudia Maria Terzi, a seguito della nostra prima interrogazione in cui chiedevamo di invertire la rotta, si era impegnata a salvaguardare il servizio biglietterie. Oggi invece ci troviamo con il rischio di altre dodici chiusure. Così vengono sempre meno servizi per i cittadini con un ulteriore ostacolo all’accesso ai trasporti pubblici. Come Movimento 5 Stelle Lombardia depositeremo a breve un’interrogazione all’assessore Terzi, per chiedere spiegazioni su quanto sta accadendo. Si tratta, di fatto, di un ritorno al 2018. È impensabile che tutte queste stazioni, alcune in comuni molto abitati, possano andare inevitabilmente incontro al degrado. Senza le biglietterie aperte questi luoghi diventeranno terra di nessuno».

Trenord, negli ultimi giorni, è già finito al centro di polemiche per la richiesta di danni, quantificata in 10mila euro, avanzata a un comitato di pendolari per la pubblicazione di un video satirico sui disservizi cui è incappata la società. Una decisione che ha provocato forti malumori da parte di quasi tutti i comitati pendolari lombardi che hanno risposto con un comunicato congiunto.

«La situazione è gravissima, oltre che dannosa in termini occupazionali. Chiedo all’assessore di intervenire immediatamente sulla vicenda e di non subire ancora passivamente le decisioni dell’azienda, andando invece nella direzione del potenziamento di questi luoghi in un’ottica di innovazione con l’ampliamento dei servizi da offrire al pubblico, che non siano solo limitati alla vendita del titolo di viaggio. Penso, oltre alla prenotazione dei viaggi, alla prenotazione di eventi, di alberghi, di ritiro spedizioni o come veri e propri punti di informazione. Le stazioni non meritano di essere lasciate vuote».