Trenord si divide in due: in Lombardia rivoluzione dei treni, ecco tutto quello che cambia

«Si va verso una gestione separata del servizio di trasporto ferroviario regionale», queste le parole messe nero da Regione Lombardia di concerto con le Ferrovie dello Stato. Superata Trenord, ecco come sarà il servizio di trasporto dei pendolari.
Uno dei convogli di Trenord impiegati sulle linee brianzole
Uno dei convogli di Trenord impiegati sulle linee brianzole

Il modello è quello parigino. L’obiettivo garantire gli investimenti per i nuovi treni e migliorare la qualità del servizio. La strada quella di gestire separatamente il trasporto ferroviario regionale. Queste, in sintesi, le novità indicate dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, per ridare dignità al servizio ferroviario regionale. «Ho incontrato – ha detto Fontana – ho incontrato l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Renato Mazzoncini, e abbiamo condiviso gli step per dare ai nostri pendolari treni più moderni e confortevoli e linee più efficienti. Questo è quello che ci interessa». Trenitalia ha confermato di essere d’accordo nel ripartire in maniera differente le quote di Trenord, in modo che a valle dell’operazione – per incentivare gli investimenti e creare una sana competizione – possano operare due diverse imprese ferroviarie: una controllata da FNM e una da Trenitalia.

Tanto per parlare di numeri, FNM avrà indicativamente il 40-45% del servizio, mentre le FS il restante 55-60%. Per quanto riguarda le tratte la Regione si dovrebbe fare carico delle linee che sono sulla rete FNM, quindi la Laveno-Varese-Saronno-Milano, la Como-Saronno-Milano, la Novara-Saronno-Milano, la Asso-Seveso-Milano e la Brescia-Iseo-Edolo che insieme coprono un bacino di 110mila passeggeri al giorno, alle quali dovrebbero aggiungersi una buona parte delle linee del passante ferroviario perché corrono su rete mista, cioè in parte delle FS e in parte di FNM.

Per perfezionare questo passaggio si stima un arco temporale che va da oggi a fine anno, perchè vuol dire «che la Regione – ha spiegato Fontana – deve andare a stipulare due contratti di servizio differenti. E il tutto deve avvenire sotto l’egida dell’Authority per i trasporti».


È stato lo stesso governatore ad indicare i sei step del percorso:

1) Sotto il profilo regolatorio, si attua un regime di competizione virtuosa, articolando il servizio regionale in due distinte imprese ferroviarie agenti sul mercato, sul modello parigino della Rete Espressa Regionale. La Regione Lombardia, in linea di massima, gestirà il servizio sulle tratte suburbane. I servizi ferroviari regionali sono classificati come Suburbani (S) e Regionali (R) con caratteristiche diverse per frequenza, capillarità, velocità commerciale, tipologia del materiale rotabile. La maggior parte delle linee S utilizzano il passante ferroviario di Milano svolgendo un ruolo complementare alla rete metropolitana. «La distinzione dei servizi – ha spiegato Fontana – favorisce la specializzazione e quindi l’efficienza della singola impresa ferroviaria in termini di tipologia di treni, manutenzione, turni macchina e turni personale, utilizzo dell’infrastruttura dedicata, livello di servizio complessivo».

2) Per quanto riguarda l’aspetto del servizio, la Regione, come ente regolatore, detterà i parametri per l’età idonea della flotta. Trenitalia dovrà dunque investire in nuovo materiale rotabile per equilibrare l’età media delle due flotte che oggi vede quella regionale attestarsi intorno ai 10 anni, mentre quella dei treni FS è di circa 40. Inoltre, Fnm e Trenitalia consolidano nei propri bilanci il fatturato di competenza.

3) Per quanto riguarda la manutenzione con flotte specializzate, distinte per tipologia di servizio, si potrà avere maggiore efficienza nella disponibilità e nei costi di manutenzione. Il presidente ha già anche descritto i tempi per gestire il passaggio: «Entro il 30 di luglio, verrà sottoscritto un accordo quadro per definire dettagliatamente le fasi del percorso che attiverà 3 gruppi di lavoro: il primo dovrà definire il perimetro delle attività affidate alle due società; il secondo affronterà il percorso di natura giuridica; il terzo detterà le condizioni dei futuri contratti di servizio». Cambio immediato di governance di Trenord con decadenza di tutti i patti parasociali e quindi con autonomia da parte del nuovo A.D. per costruire un nuovo management. Infine. cambio dell’assetto della proprietà Trenord, totalmente controllata da FNM



4)
Avvio della trattativa sindacale

5) Cessione parziale dell’attuale Contratto di Servizio a Trenitalia, previa definizione del perimetro di attività

6) Elaborazione Contratti di Servizio.

LE REAZIONI

«Per i pendolari non cambierà nulla, almeno per un anno». È questo il primo commento dei consiglieri regionali del Pd Pietro Bussolati e Gigi Ponti. «Non è chiaro però come la Regione interromperà il contratto in essere e come riformulerà i due nuovi. L’impressione è che stiano prendendo tempo – continuano i due esponenti del Pd -. Miglioramento del servizio per l’utenza? Ci sembra alquanto difficile, dato che l’unico effetto certo prodotto sarà quello di evitare per altri 15 anni gare che costringano a efficientamento e concorrenza, escludendo quindi validi operatori di larga esperienza, anche europea».

«Trenord è il Titanic della Lombardia, doveva essere un modello vincente da esportare in tutte le regioni, ha distrutto il trasporto pubblico in Lombardia. Formigoni e Cattaneo peggio di così non potevano fare – attacca il gruppo regionale del Movimento 5 stelle». «Ovviamente attendiamo di leggere il piano nero su bianco, sulla gestione separata sono molti i dubbi del M5S e non vorremmo si rivelasse una soluzione tampone. Il trasporto lombardo merita soluzioni strutturate di lungo periodo. Al momento non è chiaro come si spartiranno servizi e tratte Trenitalia e FS e ci preoccupa il futuro dei lavoratori di Trenord. Con la separazione viene meno anche il presunto investimento della Lombardia in 160 nuovi treni, un investimento-propaganda di Maroni a cui non credevamo perché non aveva coperture a bilancio. Non è per nulla chiaro come farà Fs a rinnovare in poco tempo una flotta colabrodo che ha oltre 40 anni e che già ora, garantisce ai pendolari solo disservizi, cancellazioni e ritardi».