Trenord, meglio “Pochi ma buoni”? I pendolari dicono no

«Togliendo treni si tolgono corrispondenze, si aumentano le attese e si peggiora la fruibilità del mezzo ferroviario»: rispondo così i comitati dei pendolari di Trenord allo slogan “Pochi ma buoni”.
Trenord, meglio “Pochi ma buoni”? I pendolari dicono no

Non ci stanno i Comitati Pendolari a dar retta allo slogan “pochi ma buoni”, portato avanti da una parte di Trenord di ridurre il servizio ferroviario e lo scrivono in una lettera aperta all’Assessore regionale ai trasporti Alessandro Sorte nonché all’amministratore delegato di Trenord Cinzia Farisè. I pendolari si augurano così che i due massimi esponenti del trasporto ferroviario lombardo, ovviamente nell’ambito delle rispettive competenze politiche e tecniche, superino questo slogan che ritengono legato all’incapacità aziendale di produrre un’offerta adeguata alla domanda.

Scrivono i rappresentanti dei viaggiatori:«Togliendo treni si tolgono corrispondenze, si aumentano le attese e si peggiora la fruibilità del mezzo ferroviario. Questo anche nella remota ipotesi che i treni superstiti siano tutti perfetti e spacchino il minuto.» A suffragio di questa tesi riportano l’andamento della quantità e della qualità dell’offerta anno per anno dai primi anni 2000 fino al 2012, anno in cui è iniziata la fase critica di Trenord con gli inconvenienti del software dei turni del personale: «Si osserva come il trend sia stato positivo per entrambi i parametri, ovvero quantità dell’offerta e regolarità. La puntualità non è quindi strettamente in relazione con la quantità di treni ma legata ad un orario ordinato e razionale, un’adeguata manutenzione del materiale rotabile e dell’infrastruttura e, non meno importante, con la motivazione del personale. Invece nel biennio 2013-2014, con offerta ferroviaria rimasta sostanzialmente costante, tutti i parametri di qualità sono andati peggiorando di mese in mese, dalla puntualità alle soppressioni dei treni etc..»

I pendolari fanno l’esempio della linea S2 di Ferrovie Nord, proveniente dal Passante e attestata a Mariano Comense sulla direttrice della Milano – Asso (ogni 30’ nella fasce orarie di punta): «In seguito ai lavori per il sottopassaggio di Meda tutti i treni S2 (47 corse al giorno) sono stati attestati a Seveso, senza più impegnare la tratta a binario unico, assecondando Trenord e FN che hanno sempre individuato nella S2 la causa principale, se non addirittura l’unica, dei ritardi sulla Milano-Asso. Dopo l’arretramento della S2 a Seveso sono passate varie settimane senza che si aprisse il cantiere di Meda ma con 47 treni in meno sulla tratta a binario unico, la puntualità della linea non si è alzata nemmeno di mezzo punto, ma anzi ha continuato a scendere per tutto il 2014», concludono i pendolari.