Trenord, il punto della Regione Lombardia (anche sul ponte San Michele). Pendolari infuriati: «Calpestato il contratto di servizio»

Nuovo orario ferroviario, l’organizzazione di Trenord, i problemi legati alla chiusura del ponte San Michele tra la sponda bergamasca e quella milanese dell’Adda. C’è tutto questo nel punto della situazione che l’assessore regionale a Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile Claudia Maria Terzi ha fatto a margine della riunione del Quadrante Est. Netti i rappresentanti dei pendolari che non accettano i nuovi tagli.
Il ponte San Michele chiuso al traffico automobilistico e ferroviario
Il ponte San Michele chiuso al traffico automobilistico e ferroviario

Nuovo orario ferroviario, l’organizzazione di Trenord, i problemi legati alla chiusura del ponte San Michele tra la sponda bergamasca e quella milanese dell’Adda. C’è tutto questo nel punto della situazione che l’assessore regionale a Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile Claudia Maria Terzi ha fatto a margine della riunione del Quadrante Est

«Trenord ha organizzato un piano temporaneo, che coincide con il cambio orario e sarà valido per i prossimi sei mesi, con l’obiettivo di liberare materiale rotabile e personale in modo da tutelare le fasce orarie dei pendolari – ha spiegato la Terzi -. In questa fase di emergenza, è fondamentale anzitutto assicurare un servizio dignitoso e puntuale ai pendolari. Per fare questo, Trenord è dovuta intervenire nelle fasce di “morbida” e su linee che spostano poche persone: parliamo di sostituzioni con bus per treni che viaggiano con meno di 50 persone, in molti casi meno di 20 o addirittura meno di 10. Applicando il piano, Trenord intende dimezzare le soppressioni imputabili all’azienda e aumentare l’indice di puntualità, come chiesto dalla Regione».

Personale e flotta

«Questo – ha proseguito Terzi – in attesa che in primavera vengano superati i problemi alla pianta organica di Trenord, con l’entrata in servizio del personale già assunto e attualmente impegnato nella formazione. Per quanto riguarda la flotta, stanno arrivando in rinforzo alcuni treni di Trenitalia (Fs), che, ricordo, è socia al 50% di Trenord. Mentre a partire dalla metà del 2020 entreranno in servizio i nuovi convogli acquistati da Regione Lombardia con l’investimento di 1,6 miliardi di euro, a fronte di un impegno di Trenitalia (Fs) di 170 milioni. Sui problemi di carenza della rete, in termini di manutenzione e di potenziamento, abbiamo aperto un dialogo costruttivo ma pressante affinchè Rfi lavori per colmare il gap infrastrutturale della Lombardia, derivanti dai mancati investimenti di chi fino a poco tempo fa era al Governo nazionale e ha gestito le Ferrovie dello Stato. Segnalo che Le linee di FerrovieNord, dunque afferenti alla Regione, hanno tassi di ritardi e soppressioni notevolmente ridotti rispetto alle linee gestite da Rfi: questo è il risultato degli investimenti regionali di carattere strutturale messi in campo da anni. L’infrastruttura di pertinenza di Regione funziona, quella gestita dallo Stato presenta evidenti problemi».

Ponte San Michele

«“Trenord – ha proseguito Terzi – ha confermato la disponibilità ad attivare navette dall’Isola bergamasca verso la stazione di Olgiate Molgora sulla S8 Milano-Lecco, previa verifica con i pendolari circa l’efficacia della scelta rispetto all’opzione della navetta verso Paderno d’Adda. Ed è in corso un’interlocuzione con Rfi per introdurre un ulteriore treno mattutino verso Milano sulla Bergamo-Milano via Pioltello. Occorre però considerare che entrambe le linee sono sature, e questo rende molto complicato attuare ulteriori misure».

«Regione Lombardia sta mettendo in campo ogni sforzo anche al di là delle proprie prerogative e competenze – ha proseguito Terzi -. Abbiamo convocato il tavolo tecnico a Palazzo Lombardia per contenere i tempi degli iter autorizzativi sui lavori al ponte, ottenendo un’accelerazione sui permessi relativi agli enti interessati. Abbiamo agito sull’attuale Governo affinchè nominasse un commissario, in modo da ridurre le tempistiche dei vari passaggi burocratici. Abbiamo finanziato sgravi fiscali a beneficio delle piccole medie imprese e delle attività commerciali e artigiane di Calusco e Paderno. E siamo intervenuti per predisporre misure alternative con l’obiettivo di alleviare la sofferenza dei pendolari, consapevoli del fatto che qualsiasi provvedimento, fin quando il ponte non sarà riaperto al transito ferroviario, non potrà essere risolutivo. Abbiamo chiesto e ottenuto l’introduzione di un treno aggiuntivo da Bergamo delle 7.10 che ferma a Verdello, e di un ulteriore treno aggiuntivo con partenza alle 6.01 da Milano Porta Garibaldi e arrivo alla stazione di Paderno alle 6.38 per consentire agli studenti diretti nella Bergamasca di arrivare a scuola in un orario. Quindi 3 navette specifiche per gli studenti con partenza da Paderno e arrivo diretto a Ponte San Pietro e Bergamo, oltre alle navette per collegare Paderno a Calusco (37 corse al giorno) in ottica di garantire collegamenti tra Bergamasca e Brianza lecchese. Quindi abbiamo chiesto e ottenuto che gli abbonamenti della Bergamo-Milano via Carnate fossero validi per le tratte alternative, oltre al potenziamento dei convogli laddove tecnicamente possibile, ovvero sulla S8 Milano-Lecco (da 6 a 7 carrozze). La Regione – ha concluso Terzi – è costantemente al lavoro sulla problematica del San Michele, e resto personalmente disponibile a valutare eventuali proposte migliorative da parte del territorio, a cominciare dai sindaci».

I pendolari

Un piano che non piace ai pendolari che hanno preso posizione, nella giornata di giovedì 6 dicembre, con un comunicato ufficiale firmato dai rappresentanti dei viaggiatori alla conferenza regionale del trasporto pubblico locale in Lombardia.

«Come noto, da lunedì 10 dicembre verranno soppresse e parzialmente sostituite con autobus circa 180 corse al giorno (oltre il 7% del totale) sulla rete di Trenord. In primo luogo, non ci si può esimere dall’evidenziare che si siano letteralmente calpestati la Legge Regionale 6/2012 ed il Contratto di Servizio per quanto riguarda la programmazione e le competenze sulla programmazione dei servizi, la qualità del servizio erogato ed il coinvolgimento del territorio e delle rappresentanze dei Viaggiatori. Tale coinvolgimento sarebbe dovuto avvenire sia nella sede istituzionale della Conferenza del TPL che dei Tavoli con i rappresentanti di utenti e pendolari almeno 90 giorni prima della riprogrammazione dei servizi. Nonostante le criticità del sistema siano note da tempo, Regione Lombardia ha convocato solamente negli ultimi giorni i Tavoli di quadrante, senza preoccuparsi di far conoscere preventivamente il contenuto di dettaglio del Piano affinché gli interessati potessero esprimere le osservazioni in merito con adeguata cognizione di causa, violando gravemente ogni principio di trasparenza ed equità e mettendo deliberatamente in stato di inferiorità i propri interlocutori. Nulla si sa di tempi e modalità per il rientro dall’emergenza».

«Rispetto ai servizi sostitutivi – continuano i pendolari ., nonostante le reiterate richieste da parte nostra, stigmatizziamo in particolare la mancata esibizione delle autorizzazioni necessarie, che devono essere emesse dalle Autorità preposte, specie sulla messa in sicurezza delle fermate, della verifica di percorribilità viabilistica dei percorsi utilizzati dai bus e, non da ultimo, della garanzia dei tempi di percorrenza, aspetti sui quali non è stata data alcuna garanzia. Ad oggi, non vi sono neppure risposte in merito alla realizzazione, che sappiamo tecnicamente fattibile, di una app (del tipo my-link) che consenta agli utenti di conoscere in tempo reale la posizione degli autobus sostitutivi e la previsione di arrivo alle fermate. Il Piano proposto si rivela dunque ben lungi dall’affrontare le vere criticità in essere del sistema ferroviario lombardo che riguarda 750.000 .utenti, anche in vista della stagione invernale, e senza alcuna garanzia di un piano di rientro dall’emergenza, con tempi definiti. Ne sono dimostrazione la mancata definizione di un Piano di interventi sulle infrastrutture in grado di alleviare i problemi di capacità evidenziati da Trenord, la mancata apertura di un Tavolo con Ministero ed Ansf per fluidificare la circolazione e l’assenza di un piano per alleviare le criticità date dalla chiusura del ponte di Paderno con il crono programma dei lavori».

«L’unico vero obiettivo, ovviamente non dichiarato – concludono i pendolari -, della manovra rimane quello della salvaguardia dell’equilibrio economico di Trenord, che, in mancanza di una accordo di rimodulazione de facto del Contratto di Servizio, sarebbe travolta dall’effetto congiunto delle penali e dei mancati contributi per i servizi non effettuati. A tal fine, l’Azienda si pone in condizioni di auto-salvaguardia grazie al taglio di una fetta consistente dei servizi, specie di quelli meno remunerativi».