Treni, Legambiente assegna la maglia nera alla Chiasso-Rho: «Tra le peggiori in Italia»

Treni in Lombardia: la linea Chiasso-Rho è la terza peggiore d’Italia. Lo dice un’anticipazione di “Pendolaria” di Legambiente, l’annuale rapporto sulle situazioni di maggiore disagio sulle linee ferroviarie italiane. Che in questo caso riguarda Monza, Seregno, Desio, Lissone e Lentate sul Seveso.
La stazione ferroviaria di Lissone
La stazione ferroviaria di Lissone Fabrizio Radaelli

Treni in Lombardia: la linea Chiasso-Rho è la terza peggiore d’Italia. Lo dice un’anticipazione di “Pendolaria” di Legambiente, l’annuale rapporto sulle situazioni di maggiore disagio sulle linee ferroviarie italiane.

La tratta che ha nelle stazioni di Monza, Seregno, Desio, Lissone e Lentate sul Seveso-Camnago i suoi fulcri nel cuore della Brianza e che in coincidenza con lo svolgimento di Expo 2015 aveva conosciuto un positivo potenziamento del servizio, almeno in termini quantitativi, è stata bocciata: quella che ogni giorno viene utilizzata da qualcosa come 50mila persone circa, è stata infatti classificata come la terza peggiore a livello nazionale per gli utenti, che lamentano a giusta ragione frequenti ritardi e tempi di percorrenza paragonabili a quelli del secolo scorso.

Basti pensare che per coprire una distanza di sessanta chilometri si impiega oltre un’ora e mezza. Solo nel mese di settembre, peraltro quando Expo stava vivendo il suo frangente di maggiore afflusso, sono stati conteggiati oltre cento ritardi, una media superiore ai quattro ogni ventiquattro ore, compresi i weekend. Il tutto in un contesto che, per la Lombardia, nell’ultimo lustro ha fatto registrare un aumento delle tariffe pari al 30,3 per cento, sebbene il 77,2 per cento dei 448 treni in servizio, ovviamente sottoposti alle manutenzioni di rito, abbia oltre vent’anni.

Il posizionamento in questa speciale graduatoria, prestigiosa alla rovescia, indica poi la Chiasso-Rho come la peggiore linea del settentrione, alla faccia ad esempio dei progetti sbandierati di salto di qualità per il nodo ferroviario di Seregno: la precedono infatti soltanto la Roma-Lido e la Alifana e la Circumvesuviana, dove gli status quo appaiono ai limiti del farsesco.

«Il trasporto pendolare – ha commentato in linea generale Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente – dovrebbe essere una priorità delle politiche di governo, perché risponde ad un’esigenza reale e diffusa dei cittadini e perché, se efficiente, spingerebbe sempre più persone ad abbandonare l’uso dell’auto, con vantaggi ambientali, climatici e di vivibilità per le nostre città. Eppure, un cambio di rotta delle politiche di mobilità ancora non si vede…».

«Sono tutt’altro che sbalordita – ha commentato Elena Longoni, macheriese, pendolare abitudinaria- da tempo soffriamo ritardi cronici».

Treni vecchi, lenti, su linee che vedono troppo spesso tagli e accumulano ritardi. Il capogruppo lissonese di Forza Italia, Daniele Fossati, da sempre portavoce dei disagi dei pendolari e anch’egli pendolare dice la sua. «L’apice del disagio si è raggiunto nei mesi di Expo, da novembre ad oggi non c’è stato più quel delirio di gente, ma molto spesso i treni hanno avuto problemi e ritardi. Non si può nemmeno far valere la scusante del gelo perché sino ad ora l’inverno è stato mite. Da ultimo ci si mettono gli scioperi selvaggi in cui ultimamente non vengono rispettate nemmeno le fasce garantite, sempre e solo a scapito dei viaggiatori».