Indagata una associazione no-profit, un arresto a Solaro: «Tre milioni dalla vendita di vestiti destinati ai poveri»

Un arresto anche a Solaro. Figurando come una associazione no profit ligure avrebbero rivenduto abiti usati destinati ai bisognosi a titolari di società operanti nel settore del commercio di vestiti della Campania e della Tunisia. Una presunta illecita gestione da circa 3 milioni di euro.
Un’immagine delle perquisizioni
Un’immagine delle perquisizioni

Figurando come una associazione no profit ligure, con sede a Savona, “l’Africa nel cuore”, avrebbero rivenduto abiti usati destinati ai bisognosi a titolari di società operanti nel settore del commercio di vestiti della Campania e della Tunisia. Una presunta illecita gestione di oltre 10.000 tonnellate di capi di abbigliamento che avrebbe fruttato agli indagati un ingiusto profitto quantificabile in circa 3 milioni di euro.

Per questo dalle prima ore di martedì 28 novembre i Carabinieri del N.O.E. di Milano cooordinati dalla Procura della Repubblica di Milano, dalla D.D.A in collaborazione con i Comandi Provinciali Carabinieri territorialmente competenti, hanno eseguito in Lombardia, Piemonte, Liguria e Campania, vari provvedimenti cautelari oltre a perquisizioni e sequestri di beni.

Nel dettaglio, eseguite due ordinanze di custodia in carcere e tre agli arresti domiciliari mentre altri sei soggetti sono stati colpiti dalla misura dell’obbligo di dimora nel comune di residenza. Il sodalizio, che ha visto coinvolta anche la società di Solaro “Nuova Tessil Pezzame sas”, azienda di trattamento rifiuti, il cui amministratore unico, un 56enne, è stato arrestato insieme al presidente della onlus ligure, avrebbe gestito oltre 10mila tonnellate di rifiuti. Ai domiciliari sono invece finiti una socia e due dipendenti della medesima azienda. Obbligo di dimora per sei soggetti coinvolti nella raccolta porta a porta degli abiti usati.

L’indagine ha preso avvio dal 2014, quando in casa del titolare della azienda di Solaro avvenne un furto: ignoti rubarono una ingente somma di denaro proveniente – secondo le indagini – dalla attività illecita legata al commercio degli abiti usati. Attraverso successive intercettazioni telefoniche e video gli investigatori sono riusciti a scoprire il sodalizio criminale. Sequestrati i capitali sociali della azienda e della onlus coinvolte oltre a sei automezzi usati per trasportare e movimentare i rifiuti.

(*articolo aggiornato il 28 novembre alle 16.45)