Trasporti: in Brianza i mega-treni della Tav delle merci e il quadruplicamento della Milano-Chiasso

Rete ferroviaria italiana sta «creando gli spazi» per fare transitare anche in Brianza i «bestioni» della Tav delle merci. Intanto Regione Lombardia spinge un progetto che pareva accantonato: «Sì al quadruplicamento della linea ferroviaria Chiasso-Milano».
Monza treno merci
Monza treno merci Fabrizio Radaelli

La Svizzera corre, la Lombardia cerca di stare al passo. E quel corridoio per la Tav delle merci Rotterdam-Genova è sempre più vicino per la Brianza. Dove, è una stima presentata in settimana nel convegno organizzato a Como da Cifi (Collegio ingegneri ferroviari italiani), Rfi, Italferr e ferrovie svizzere sul tema “Linea Milano-Zurigo: nuovi impianti di trazione elettrica a Chiasso”, quando sarà tutto a regime, passeranno il confine in direzione Milano (e quindi lungo la S11 Como-Seregno-Monza-Milano) nel 2025 ogni giorno 98 treni pendolari (nel 2015 erano 37) e 170 treni merci (sempre nel 2015 erano soltanto 44).

Quasi 250 treni al giorno, quindi, lungo il proseguimento italiano di Alptransit, la nuova ferrovia transalpina che la Svizzera sta completando dopo l’inaugurazione nel 2017 del tunnel di base del San Gottardo (con i suoi 57 chilometri è la galleria ferroviaria più lunga del mondo ) e quella prevista per dicembre 2020 per la galleria di base del Monte Ceneri (il tempo di viaggio tra Zurigo e Milano si ridurrà dalle odierne 3 ore e 45 minuti circa a 2 ore e mezza). Il convegno organizzato a villa Olmo ha permesso di illustrare le novità tecniche e infrastrutturali che sono in corso di ultimazione alla stazione di Chiasso per far dialogare le ferrovie italiana e svizzera per il passaggio dei nuovi treni della Tav delle merci.

Questo perché si tratterà di convogli molto lunghi, 750 metri, pesanti 2mila tonnellate e più larghi rispetto a quelli normali. Se la Svizzera è quasi pronta, non lo sono ancora del tutto l’Italia e la Lombardia, dove comunque Rfi è al lavoro per adeguare le infrastrutture al passaggio dei nuovi treni. Lo sta facendo soprattutto sulla Como-Seregno-Monza-Milano, come detto, che ospiterà il ramo del Gottardo del nuovo corridoio europeo che da Rotterdam porterà i container al porto di Genova (e viceversa).

«Quello che stiamo facendo – ha spiegato Luca Cavacchioli, direttore territoriale di produzione a Milano di Rfi – porterà a un potenziamento tecnologico della Chiasso-Monza, un più moderno e prestante sistema di distanziamento dei treni fino a Milano e l’ammodernamento del nodo Monza. Quello di Monza è un punto critico per l’intero nodo di Milano, un vero collo di bottiglia, con troppe interferenze tra flussi provenienti dalle diverse linee che vi convergono.Qui tra qualche anno la stazione di Monza, dal punto di vista infrastrutturale, sarà stravolta». In sostanza, con un orizzonte temporale che va da qui al 2023, Rfi procederà ad adeguare gli impianti tecnologici, ad adeguare le sagome di gallerie e ponti e a mettere mano alle stazioni lungo i binari brianzoli (Monza, Lissone, Desio e Seregno saranno toccate da questi interventi) per aumentare la capacità della rete.

«In questo scenario, sempre più indispensabile e urgente si pone la realizzazione del quadruplicamento della linea ferroviaria Chiasso-Milano» ha commentato il presidente del Consiglio regionale della Lombardia Alessandro Fermi, presente alla tavola rotonda. Un progetto al momento accantonato (costa 1.4 miliardi di euro) almeno fino al 2030, visto che sono stati ritenuti sufficienti gli interventi migliorativi sulla linea esistente. Si tratta di una scommessa calcolata, visto che i pesanti treni merci saranno costretti a percorrere linee ferroviarie che attraversano anche popolosi centri abitati, con Monza in primo piano.

«Guardiamo con apprensione al dibattito italiano sulle grandi opere – ha spiegato Francesco Quattrini, delegato per le relazioni esterne e consigliere diplomatico del Canton Ticino -. Oggi stiamo parlando dei trasporti che ci saranno nel 2050. Con l’apertura del tunnel di base del Monte Ceneri nel 2020 chiudiamo un progetto lungo 30 anni».